Fa riflettere la storia delle Pietre d’inciampo, specialmente in questi giorni di inizio dicembre all’indomani dell’inspiegabile furto, a Roma, di queste opere; venti per la precisione.
Sì, perché di opere d‘arte si tratta dal momento che portano la firma dell’artista tedesco Gunter Demnig artista che, da più di venti anni, sta portando avanti il proprio progetto fatto di ricordo e memoria di passate atrocità.
L’inciampo a cui l’artista aspira è quello visivo e mentale.
Quando si inciampa si rallenta, ci si guarda attorno, si sta attenti. Questo è quanto vuol suscitare l’opera: riflessione e attenzione.
Le Pietre d’inciampo – Stolpersteine – rappresentano la lapide dei tanti morti che non hanno trovato sepoltura.
Sono piccole lastre di ottone incise dei nomi e dei pochi dati che l’artista è riuscito a scovare che riassumono la vita di quanti l’hanno persa nei campi di sterminio.
L’esigenza nasce per non dimenticare e l’Europa si “copre” delle tante “pietre” incastonate dinnanzi ai portoni, brutalmente lasciati agli inizi degli anni Quaranta, dalle vittime innocenti.
Gunter Demnig, riprende l’idea forse da un passo della Bibbia e della Lettera di San Paolo ai Romani “9.33 – Ecco io pongo nella città di Sion una pietra di inciampo un sasso che fa cadere. Ma chi crede in lui non sarà deluso”.
Un pietra lucida, grazie all’ottone, che distolga la nostra passeggiata, che ci faccia soffermare a leggere, a comprendere e, soprattutto, a ricordare.
Tante sono le pietre d’inciampo disseminate in Europa. Tante le città interessate da questa installazione site-specific multiculturale.
L’artista, infatti, non si è soffermato sulla nazionalità, religione o etnia, ma esclusivamente sulle atrocità che hanno prodotto tante vittime in Europa.
La piccola pietra, grande in fondo come un sampietrino – 10cmx10 – è posta davanti alla soglia dell’ultima abitazione in cui abitò il deportato.
62.000 le pietre collocate sino ad ora in oltre 1200 paesi europei.
La prima pietra d’inciampo italiana è stata posta a Roma nel 2010 e, ancora oggi, la collocazione continua. Alla cifra di 120 euro, infatti, chiunque fosse interessato può richiedere all’artista la collocazione della “pietra” davanti al proprio portone!
Tante le nazioni coinvolte in questa grande iniziativa artistica, unica nel proprio genere, a dimostrazione che le barbarie naziste non ebbero confini. Austria, PaesiBassi, Germania, Ungheria, RepubblicaCeca,
Romania, Svizzera, Spagna, Lussemburgo,Belgio, Bielorussia,
Croazia, Francia, Grecia,Italia, Lituania, Norvegia e Polonia.
Tante, purtroppo, le vittime che, grazie alla sensibilità di Demnig, saranno per sempre ricordate perché, come recita il Talmud ebraico: una persona viene dimenticata solo quando viene dimenticato il suo nome.
vedi anche
image by Lalupa_ Roma, via Arenula 53. Stolpersteine per Leonello Della Seta e Giancarlo Della Seta