Le fotografie di Augusto De Luca, come ci racconta in questa intervista, rappresentano esperienze quasi metafisiche alternate ad estremo realismo.
La fotografia, entrata prepotentemente nella sua vita, gli ha permesso di “ricostruire la realtà, attraverso inquadrature e prospettive spiazzanti”.
*** augusto de luca
Augusto, lei è una persona poliedrica. augusto de luca
Avvocato, performer, collezionista, musicista, fotografo, tante “anime, che vengono fuori a mesi o anni alterni”.
Diciamo che ho diverse passioni ed interessi. Tutto questo fa parte di me, io non elimino niente ma semplicemente permetto loro di alternarsi e, quindi, talvolta un aspetto prevale sugli altri.
Ormai sono diversi anni che mi dedico costantemente ed esclusivamente alla fotografia che sicuramente occupa un posto importante nel mio cuore.
Il problema è che quando una passione prende il sopravvento, tutto il mio tempo, la mia vita e i miei pensieri vengono coinvolti in maniera totale con i relativi vantaggi e svantaggi.
Come ama definire il suo stile? augusto de luca
Come spesso già ho specificato il mio stile è caratterizzato da un’attenzione particolare per le inquadrature, per i tagli e per le minime unità espressive dell’oggetto inquadrato. Immagini di netto realismo sono affiancate ad altre nelle quali forme e segni correlandosi ricordano la lezione della metafisica.
Sicuramente quindi mi hanno influenzato il surrealismo e la metafisica.
I fotografi invece che ispirano i miei lavori sono Bill Brandt, Irving Penn e Richard Avedon. Grandissimi maestri. Mi hanno dato un’impronta “classica” a cui ho cercato di aggiungere una mia personale visione.
In quale periodo della sua vita si è avvicinato alla fotografia? Mosso da quale esigenza?
Nella metà degli anni ’70 quando ero all’università.
In quel periodo i ragazzi avevano due grandi passioni: la musica – tutti infatti suonavano uno strumento e avevano un gruppo musicale- e, appunto, la fotografia.
Io avevo un amico che mi invitò nella sua camera oscura per stampare sulla carta le immagini dai negativi.
Quando nell’acido di sviluppo della bacinella apparve miracolosamente l’immagine, io rimasi totalmente affascinato e meravigliato.
Mi innamorai e decisi di diventare fotografo. Desideravo anche io “creare”.
Dopo pochi giorni avevo tutta l’attrezzatura di ripresa, di sviluppo e di stampa per iniziare questa nuova avventura. augusto de luca
Leggevo che lei ha sentito sempre, dentro di sé, il “germe dell’uomo madre”. Ci può spiegare meglio?
Ho sempre avuto un’esigenza generativa, l’impulso irrefrenabile di esprimermi. Ho iniziato con la musica e infatti, all’epoca, ero un rocchettaro agguerrito.
Nel 1969 comprai, e ho ancora, una stupenda chitarra Gibson Les Paul Custom dal suono aggressivo, ricercatissima oggi dai collezionisti e dai musicisti.
Solo più tardi ho definitivamente appagato questa mia esigenza creativa con la fotografia, “manipolando” e, quindi, ricostruendo la realtà.
Questo grazie ad inquadrature e prospettive spiazzanti dovute ad accostamenti tra un elemento in primo piano, enorme, in relazione allo sfondo lontano.
Probabilmente mi sarebbe piaciuto disegnare, ma in questo sono assolutamente incapace.
Ha fotografato personaggi molto noti. In che modo la fotografia riesce a far emergere anche la persona, oltre al personaggio?
Quando ritraggo una persona – chiunque essa sia – cerco innanzitutto di metterla a proprio agio iniziando una relazione giocosa.
Il personaggio, anche se famoso, deve dimenticare di esserlo ed entrare in rapporto confidenziale con me. Allora verrà fuori la sua verità e la sua autenticità.
Noto con piacere che ama fotografare le architetture. augusto de luca
Cosa cerca nel suo obiettivo quando inquadra un edificio, un’opera architettonica?
Ogni mia foto è filtrata dall’emozione, dal rapporto che si crea tra me ed il luogo da ritrarre. Quando vedo qualcosa che mi attrae comincio a girarci intorno per trovare la mia inquadratura. È un lavoro su di me e sulla città al tempo stesso. fotografo
Non necessariamente quello che mi colpisce e mi stimola è una struttura o un’architettura importante o storicamente rilevante.
Il più delle volte è una forma che, non so come, pur non avendola mai vista prima, è già dentro di me, mi appartiene da sempre.
Come sceglie i suoi soggetti?
Devo amarli e mi riferisco sia a persone sia a strutture architettoniche sia a qualsiasi altra cosa.
Mi vorrei soffermare sul concetto di ombra che mi sembra caratterizzare i suoi scatti. Le immagini fotografiche dimostrano quanto sia necessaria. Ma cosa è per lei l’ombra?
La luce evidenzia ma con l’ombra si elimina, dando all’immagine valori di profondità, di terza estensione e possibilità sottrattive.
L’ombra può diventare soggetto predominante e in questo caso vive una vita sua, totalmente indipendente da chi o cosa la proietta.
Oppure può eliminare parti di realtà dando luogo a straordinarie immagini grafiche.
E la luce ? augusto de luca
La luce è la base della fotografia e ne determina lo stato d’animo. E’ quella che gli dà carattere, umore, sensualità, temperamento e personalità.
In cosa è impegnato attualmente?
Sto ritraendo molti personaggi noti del mondo dell’arte, della musica e della cultura. Questi ritratti, insieme ai tanti realizzati nella mia carriera di fotografo, saranno poi pubblicati in un libro.
credits Augusto De Luca
©Riproduzione Riservata
Ti interessa la fotografia? vedi anche