Galleria Fumagalli presenta la doppia personale di Filippo Armellin e Mattia Bosco, per la prima volta invitati a confrontarsi con gli spazi espositivi della galleria e a porre in dialogo i propri lavori, fotografici e scultorei.
Come suggerisce il titolo, “IN | ORIGINE”, la mostra offre un’esperienza visiva sul tema del principio, sia come formazione e sedimentazione della materia naturale sia come archetipo o forma del pensiero e dell’immaginario umano.
Partendo da una riflessione sulla carente attenzione che l’epoca contemporanea dedica allo spazio, e in contrapposizione al tempo che invece regola la cultura che organizza le nostre vite, Filippo Armellin realizza immagini di luoghi desertici e disindividualizzati, spazi in assenza temporale. Questi paesaggi, resi al tempo stesso fittizi e reali – grazie alla loro natura fotografica -, rappresentano un immaginario nel quale il progresso ha preso il sopravvento sull’uomo e il futuro è giunto a compimento incontrando nuovamente l’origine. I luoghi che Filippo Armellin ritrae sono, infatti, creati attraverso modelli plastici e fondali dipinti allestiti in studio. In esposizione una selezione di lavori inediti delle serie Il Regno della Quantità (2019) e La Crisi dei Simboli (2019), caratterizzate dalla presenza di rovine architettoniche ambientate in paesaggi notturni (nella prima) e diurni (nella seconda), e l’opera Spazio e tempo (2019) che presenta lo stesso soggetto con la medesima inquadratura in diverse variazioni di luce e cielo.
Mattia Bosco ricerca l’origine, dove tutto è iniziato prima che il tempo fosse Storia, esplorando i confini del tangibile e gli spazi che superano i limiti del reale, trovando nella pietra il segno di questo principio. La superficie rocciosa, manifestazione di una geologia millenaria, è selezionata con cura nelle montagne della Val d’Ossola e trasformata in scultura dal gesto dell’artista, che non inventa una nuova forma, ma ne asseconda il processo naturale portandone alla luce i profili. Mattia Bosco interviene sugli aggregati minerali trasformando la materia non solo nella sua conformazione ma anche con l’aggiunta di corpi esterni come inserti d’acciaio e foglia d’oro applicata. Esempi del primo tipo di lavori sono Lago nero (2014), scultura in marmo nero Marquinia la cui forma allude alla sedimentazione che il tempo segna sulla pietra come se la roccia fosse tempo allo stato solido, e un gruppo di sculture in marmo di Carrara che presentano linee digradanti scolpite da un robot a tre assi (Henraux). Alla seconda tipologia di lavori, mutazioni della pietra con l’inserimento di nuovi materiali, appartengono le sculture Sezione aurea (2017), in marmo palissandro nero e foglia d’oro, e un gruppo di pietre (2018) in marmo palissandro nero con innestate punte d’acciaio e ferro.
“IN | ORIGINE” è la prima mostra personale che Galleria Fumagalli dedica a Filippo Armellin e Mattia Bosco, coi quali collabora da inizio del 2018.
BIOGRAFIE
Filippo Armellin nasce a Montebelluna in provincia di Treviso nel 1982, vive e lavora a Milano. Dopo aver conseguito la laurea in Progettazione e Produzione delle Arti Visive, presso la Facoltà di Design e Arti allo IUAV di Venezia, nel 2010 ottiene il diploma in Fotografia presso l’istituto R. Bauer di Milano. Si trasferisce a Roma nel 2007, dove lavora con Joseph Kosuth. Durante questa esperienza collabora alla progettazione e produzione di mostre internazionali d’arte quali: Biennale di Venezia, Musei Capitolini a Roma, La Casa Encendida a Madrid, El Centro Arte Atlantica e Moderna a Las Palmas (Isole Canarie). Nel 2016 è stato selezionato tra i finalisti del XVII Premio Cairo. Dal 2006 ha partecipato a mostre collettive in istituzioni quali: Fondazione Francesco Fabbri, Treviso (2018, 2014), Palazzo Reale, Milano (2017), PAN | Palazzo delle Arti, Napoli (2013), Documenta, Kassel (2012), Palazzo delle Terese, Venezia (2008), Fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia (2007).
Mattia Bosco nasce a Milano nel 1976 da una famiglia di pittori, vive e lavora tra Milano e le montagne dell’Ossola. Progetti espositivi a lui dedicati si sono tenuti a: Ex Cimitero San Pietro in Vincoli, Torino (2018), Mars, Milano (2017), Museo Diocesano, Milano (2015, 2008), Triennale Design Museum, Milano (2013), Limewharf, Londra (2013), Chiesa di S. Stefano, Milano (2007). Sue opere scultoree hanno fatto parte di esposizioni ambientali quali Frieze Sculpture Park, Londra (2015), Country Unlimited, Cascina Maria (2018, 2017), Dolomiti Contemporanee, Pieve di Cadore (2017) e Casso (2014), Museo del Marmo, Carrara (2014). Ha partecipato a mostre collettive in istituzioni internazionali come Museum Tinguely, Basel (2015), Camec, La Spezia (2015), Triennale Design Museum, Milano (2010), La Permanente, Milano (2009). Nel 2014 è stato eletto tra i finalisti del XV Premio Cairo, e nel 2012 è arrivato secondo ex aequo al Premio Fondazione Henraux. Dal 3 aprile 2019 è visitabile a Palazzo Borromeo a Milano il suo progetto site-specific “Il tempo è un bambino che gioca”, sostenuto da LCA Studio Legale, Antonini Milano, AXA XL Arte & Lifestyle, APICE e Galleria Fumagalli.