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CARNEVALE a VENEZIA, TRA IL VOLO DELL’ANGELO E MASCHERE STORICHE

carnevale venezia

Parte, con oggi, il conto alla rovescia per l’attesissimo appuntamento più colorato dell’anno.

Come da tradizione, tra meno di un mese esatto, prenderà il via il Carnevale di Venezia, con un ricco calendario che, dal 16 febbraio al 5 marzo, coinvolgerà con le sue maschere e costumi quanti parteciperanno.
Ad aprire la celebre manifestazione il Volo dell’Angelo nei panni di Erika Chia, la Maria vincitrice del Carnevale 2018. Erika Chia.

L’atteso momento sarà come di consueto preceduto dal Corteo del Doge ricco di maschere storiche settecentesche.

A chiudere la manifestazione una kermesse di barche. In particolare, nella ‘sfilata’ di chiusura, sarà protagonista il Canal Grande, illuminato solo da candele. Erika Chia

Dove acquistare maschere originali


Le maschere, quelle tipiche della Commedia dell’Arte, sono da sempre le protagoniste indiscusse di ogni Carnevale Veneziano. Sin dai tempi della Serenissima Repubblica, venivano fabbricate dai ‘Mascareri’, consociati nella corporazione Arte dei Maschereri fino al 1436. Erika Chia

A continuare la tradizione, sono oggi le numerose botteghe sparse nella città.
Tra queste, ‘La bottega dei Maschereri’, laboratorio che costruisce e decora rigorosamente a mano le maschere.

Due i punti, aperti tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00:
• Calle S. Polo, 80, a cinquanta metri dal Ponte Rialto
• Calle dei Saoneri, S. Polo 2720

Per chi invece vuole trovare, oltre ad articoli tradizionali, anche delle maschere originali, magari da utilizzare come complementi d’arredo, c’è l’Atelier Marega, San Tomà Calle Larga, 2940/b

Carnevale a tavola

Ma il Carnevale può essere anche l’occasione per gustare i piatti tradizionali della cucina veneta, come il fegato alla veneziana oppure le Fritoe (frittelle), dolci tipici del Carnevale.

Di seguito, scelti per voi, gli indirizzi di alcuni ristoranti della tradizione veneziana:
•Terrazza Danieli Sestiere Castello 4196
Tel. 041 522 6480
•Bistrot de Venise San Marco, 4685 Calle dei Fabbri
Tel. 041 5236651
•Ristorante Taverna Dei Dogi Calle Albanesi – Castello 4250
Tel. 041-5223706

Passi di danza…
Per chi vuole passare una serata in maschera tra balli ed una cucina raffinata, c’è Il Minuetto, Diner Dansante, evento che si svolgerà presso l’Hotel Danieli, a pochi passi da piazza San Marco.

Nello scenario dello storico edificio in Gotico fiorito, fatto costruire dalla famiglia del Doge Dandolo, sarà possibile imparare i passi base delle danze tradizionali dei secoli XVIII e XIX e cenare con un ricco menu a base di pesce.

iNFO SU  

DAL SITO ECCO QUALCHE CURIOSITA’ IN PIù….

“Buongiorno siora maschera”.

Lungo le calli, per i canali e nei listoni era questo il saluto. Con le maschere addosso, l’identità personale, il sesso, la classe sociale non esistevano più e si entrava a far parte della Grande Illusione del Carnevale in un posto, unico al mondo, dove tutto può accadere, e dove ogni scorcio non cessa di incantare.  Nella cultura veneziana con il termine “maschera” si indica l’attività di “mettersi barba e baffi finti” e “maschera” era anche il soprannome dato alle donne che si travestivano da uomini e agli uomini che si travestivano da donne. Ben presto la maschera divenne simbolo della libertà e della trasgressione a tutte le regole sociali imposte dalla Repubblica Serenissima a Venezia: ci si mascherava per divertirsi, per eliminare le differenze sociali (nonostante il pizzo della Bauta fatto a Burano fosse indice di nobiltà), per essere liberi nella vita pubblica e per conferire mistero e fascino alle proprie azioni.

Ma quante maschere ci sono?

Vi erano diversi tipi di maschera:  la Larva che copriva tutto il volto  veniva indossata  insieme con la Bauta, la veletta che copriva il volto per non essere riconoscibili e che poteva essere portata sia dagli uomini che dalle donne; La Moretta, anche detta Muta, era tenuta sul volto da un bottoncino che si stringeva tra i denti, era usata dalle donne di Venezia, da sempre libere ed emancipate, per segnalare la loro disponibilità: togliersi la maschera voleva dire infatti accettare le avances del corteggiatore. Infine la celebre maschera del Dottore della Peste era usata per filtrare aria e per mantenere, insieme con il bastone, la necessaria distanza tra medico e malato.

Quando ci si mascherava?

Dal dodicesimo  fino al diciottesimo secolo le maschere erano indossate non solo a Carnevale, ma da ottobre a giugno ad esclusione del periodo dell’Avvento e di quello della Quaresima. La tradizione si interruppe con la caduta della Serenissima: le maschere vennero infatti vietate per timore di disordini e ribellioni da parte della popolazione.

Solo nel 1979 la secolare tradizione del Carnevale risorse dalle sue ceneri.

 

Perché si indossavano le maschere?

Mascherarsi era condizione essenziale per muoversi negli ambienti soffusi dei ridotti e dei casini, dove gli unici ad avere il volto scoperto erano i croupier e gli ufficiali che tenevano il gioco, vincendo o perdendo grosse somme in incognito.

A Venezia nacque e si sviluppò gradualmente un vero e proprio commercio di maschere e costumi. A partire dal 1271 vi sono notizie di produzione di maschere, scuole e tecniche per la loro realizzazione. Cominciarono ad essere prodotti gli strumenti per la lavorazione specifica dei materiali quali argilla, cartapesta, gesso e garza. Dopo la fabbricazione degli stampi e dei modelli, si terminava l’opera colorandola e arricchendola di particolari come disegni, ricami, perline, piumaggi e quant’altro. I mascareri divennero veri e propri artigiani realizzando maschere di fogge e fatture sempre più sofisticate.

L’atelier Ca’ Macana è stato uno dei primi a riprendere la tradizione del carnevale creando maschere veneziane tradizionali. Vi invitiamo a scoprire il mondo delle maschere e molto altro.

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