Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Comune di Bergamo,
GAMeC e Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”
presentano
Kandinskij, l’armonia preservata.
Dietro le quinte del restauro
Museo della Ceramica di Mondovì (CN)
16 novembre 2018 > 3 febbraio 2019
Opening giovedì 15 novembre 2018 | ore 17,30
La Fondazione CRC presenta nella sede del Museo della Ceramica di Mondovì un nuovo progetto espositivo realizzato in collaborazione con il Comune di Bergamo, la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”.
Dopo il successo dello scorso anno, con la presentazione dell’opera “Il signor Arnaud a cavallo”di Edouard Manet, la mostra Kandinskij, l’armonia preservata. Dietro le quinte del restauroporta in provincia di Cuneo il dipinto Spitz-Rund, un olio su cartone realizzato nel 1925 dal celebre pittore russo, padre dell’Astrattismo europeo, in prestito dalla Collezione della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo.
L’esposizione resterà aperta al pubblico da venerdì 16 novembre 2018 a domenica 3 febbraio 2019 e sarà l’occasione per svelare gli esiti dell’intervento di studio e consolidamento realizzato sul dipinto dal Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”.
La mostra è pensata come un’esperienza immersiva, che consente al visitatore di scoprire l’opera sotto molteplici prospettive di investigazione: dalla poetica dell’artista alla tecnica esecutiva, sino alla lettura delle fragilità del dipinto che, a causa dei materiali costitutivi e della storia conservativa, ha richiesto un impegno attento e accurato.
Wassilij Kandinskij (1866-1944) dipinge Spitz-Rund durante il periodo di docenza al Bauhaus di Weimar, incarico che svolse dal 1922 al 1925, chiamato da Walter Gropius. L’opera mostra tutta l’influenza della scuola, al punto di esserne considerata una sintesi: è il frutto dell’elaborazione di un nuovo linguaggio pittorico di Kandinskij che in questa fase della sua vita riconduce le linee, prima libere di fluttuare nello spazio pittorico, a forme geometriche elementari come rette, cerchi e triangoli.
Un’importante campagna diagnostica riaccende ora i riflettori sull’opera, entrata a far parte delle Collezioni della GAMeC nel 1999, grazie alla donazione di Gianfranco e Luigia Spajani che includeva, oltre agli esiti maggiori della pittura italiana del Novecento – Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi, Alberto Savinio, tra gli altri – anche una selezione di artisti stranieri tra cui, oltre a Kandinskij, Hans Hartung, Hans Richter e Roberto Sebastian Matta.
Il percorso espositivo, strutturato in tre differenti sezioni, offre al pubblico strumenti di approfondimento utili a scoprire il dipinto ma anche le diverse fasi che si celano dietro al restauro di un’opera d’arte.