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SARAH MOON. From one season to another

Sarah Moon armani silos

Intitolata From one season to another, la mostra dedicata al lavoro della fotografa Sarah Moon comprende un vasto numero di opere che copre quattro decenni, dalla metà degli anni Settanta al 2018.
L’esposizione sarà visitabile fino al 6 gennaio 2019 all’Armani Silos di Milano.

Il percorso espositivo offre una panoramica particolarmente ricca delle espressioni fotografiche dell’autrice.

Composta da oltre centosettanta immagini di piccolo e grande formato, a colori e in bianco e nero, From one season to another è la prima esposizione di tali dimensioni e portata dedicata a Sarah Moon in Italia.

L’ARTISTA

L’artista è cresciuta in Inghilterra e in Francia. Dopo aver lavorato a Parigi come modella, ha iniziato a fotografare nel 1968, col nome d’arte Sarah Moon.

È stata fondamentale nel rappresentare la donna emancipata e sognante degli anni ’70, utilizzando a tale scopo le pagine della rivoluzionaria rivista Nova, le campagne pubblicitarie di marchi quali Biba e Cacharel, e poi servizi di moda per innumerevoli pubblicazioni. Nel 1985, ha iniziato a sviluppare lavori personali, concentrandosi su argomenti quali l’evanescenza della bellezza, l’incertezza e il passare del tempo.

Il suo lavoro è stato esposto in gallerie e musei di tutto il mondo e pubblicato in molti libri. Ha anche diretto diversi film, mantenendo lo stile inconfondibilmente sognante e in soft focus che l’ha resa una delle protagoniste della contemporanea creazione di immagini.

LE OPERE di SARAH MOON

Curata da Sarah Moon stessa, From one season to another affianca le iconiche foto di moda ad immagini meno conosciute di animali, fiori ed edifici industriali. Per la prima volta verranno mostrate foto di danza ispirate a Oscar Schlemmer e risalenti alla fine degli anni ’90.
Il soggetto principale del suo lavoro è il tempo: le sue fotografie pittoriche sembrano provenire da un’altra dimensione, e si concentrano su atemporalità ed evanescenza. Sollecitano la memoria dello spettatore perché riecheggiano aloni subliminali, come cartoline fantastiche o souvenir di un poetico altrove. Il titolo della mostra sottolinea il passare del tempo come elemento intrinseco del discorso fotografico.