Help. Aiuto!
E’ il grido disperato che i nostri oceani stanno lanciando da troppo tempo senza ricevere ascolto.
Help the Ocean è, invece, la materializzazione di questo grido; un’installazione luminosa dalle dimensioni imponenti posta all’interno del Parco Archeologico del Colosseo sui resti della Basilica Giulia.
L’artista Maria Cristina Finucci espone la sua grande e complessa installazione che rivolgerà, fino al 29 luglio, ai milioni di visitatori e cittadini romani un drammatico grido d’allarme sullo stato del nostro pianeta.
Help the Ocean si inserisce come prosecuzione naturale di un percorso artistico iniziato da Maria Cristina Finucci nel 2013, anno di fondazione del nuovo Stato Federale, il Garbage Pacth State.
Si tratta del secondo Stato più esteso al mondo con una superficie di circa 16 milioni di kmq organizzato in 5 grandi “ isole di plastica “ sparse negli oceani.
L’installazione di Maria Cristina Finucci è un’opera Site Specific che occupa prepotentemente una delle aree simbolo di tutto il Pianeta, quella del Parco Archeologico del Colosseo a Roma.
L’artista è stata una visionaria. Sin dal 2004 percepì l’importanza di porre l’attenzione su questa attuale emergenza sociale e ambientale.
La plastica, tanto usata quanto dannosa per il nostro pianeta, sta prendendo sempre più il sopravvento, assemblandosi negli oceani.
Il risultato? La formazione di un nuovo Stato Federale che la stessa Finucci ha dichiarato con il nome di The Garbage Pacth State.
Uno “Stato” costituito da 5 isole formatesi con l’accumulo incessante di scarti plastici. help the ocean
Maria Cristina Finucci, fondatrice dello stato, sta cercando di disseminare indizi per dare un’idea di cosa sia effettivamente il Garbage Patch State.
E in questo senso, il Parco Archeologico del Colosseo si presta perfettamente, visto le sue tante stratificazioni storiche e architettoniche, in grado così di ospitare anche quelle appartenenti all’attuale Era della Plastica.
30 km di filo di acciaio costituiscono i 76 gabbioni della nota azienda italiana Maccaferri nei quali sono stati inseriti più di 6 milioni di tappi in plastica colorati.
La percezione della scritta Help avviene dall’alto.
Camminando tra i reperti archeologici, invece, si ha la sensazione di trovarsi di fronte a plastica compattata, quasi una sorta di discarica nel cuore di tanta bellezza.
Un vero e proprio shock che solo l’opera d’arte riesce a comunicare e a suscitare.
Spunti di riflessione dopo un primo momento di sconcerto.
L’installazione richiama la sintassi costruttiva dell’architettura dell’antica Roma con la differenza che il materiale costruttivo è la plastica.
L’artista si sofferma a riflettere su come un futuro archeologo guarderà ad un simile ritrovamento, reperto tra reperti. help the ocean
Emblematico per la nostra era che sarà sicurmente ribattezzata come l’Era della Plastica.
I Partners di Help the Ocean
Un grande sostegno per la realizzazione dell’opera è arrivato dalla Fondazione Bracco da tempo impegnata nel sostegno e condivisione dell’iniziativa artistica della Finucci.
“Siamo orgogliosi di sostenere questo progetto di altissimo valore culturale e scientifico”, afferma Diana Bracco, Presidente della Fondazione Bracco. “Un’installazione straordinaria – spiega – che sensibilizza il grande pubblico in modo emozionante sul tema drammatico dell’inquinamento causato dai rifiuti plastici dispersi negli oceani.”
Di notte l’enorme scritta si lascerà ammirare grazie all’illuminazione ad opera di Enel X, che la renderà visibile anche dalla vicina Via dei Fori Imperiali.
Un forte richiamo, quindi, che susciterà interesse e curiosità ma anche riflessione su un problema così importante per la nostra epoca.
“Help è un grido di allarme che non si limita alla pur importante questione ambientale” afferma l’artista Maria Cristina Finucci. help the ocean
“Pone al centro l’individuo e l’intera vita sul pianeta – continua – in cui l’ambiente è legato indissolubilmente alle risorse naturali, alla salute, all’alimentazione, alla povertà, alle disuguaglianze, ai diritti umani, alla pace”. help the ocean
A sostegno dell’iniziativa il Direttore del Parco Archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, aggiunge “La nostra speranza è che l’area archeologica più importante e visitate d’Italia possa coinvolgere il pubblico nazionale ed internazionale sul significato fondante della memoria del passato. conservata nel DNA degli ambienti e dei paesaggi, sia quelli naturali, sia quelli plasmati dall’uomo. Solo un uso corretto potrà garantire la conservazione del Pianeta e quindi potrà dare un futuro al nostro passato”.
Il Progetto HELP the Ocean – Roma
Maria Cristina Finucci nel 2013 ha materializzato concretamente il disastroso paesaggio oceanico trasformato dalla plastica, proclamando il Garbage Pacth State.
Per il progetto non è stata usata spazzatura ma tappi di plastica riciclati dalle tante persone attente all’ambiente.
Un delicato e meticoloso ricamo ha assemblato i milioni di tappi colorati.
Il messaggio che si vuole lanciare è che, dietro ogni oggetto in plastica che si trova in mare c’è una persona che lo ha gettato.
La Storia del Garbage Patch State
11 aprile 2013 Fondazione dello Stato
29 maggio – 29 novembre 2013 – Padiglione del Garbage Pacth State alla Biennale Venezia
18 febbraio 7 marzo 2014 Madrid
29 settembre 17 ottobre Nazioni Unite NY – Il Serpente
11 aprile 2 maggio 20515 Maxxi Roma – L’Ambasciata
15 giugno 2015 Milano , Vortice
16 Ottobre 2015 Blumed Conference , Venezia – Bluemedsauros
8- 9 dicembre 2015 conferenza sul clima cop 21 – Parigi – Climatesaurus
25 settembre 2016 – 8 gennaio 2017, Isola di Mozia – Help, l’età della Plastica
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