credit Cuzzilla A. – Photo courtesy KiteLoop School
Punta Pellaro, una distesa di sabbia, il forte vento e le onde del mare in lontananza.
E’ qui, in questa splendida riserva naturale alle porte di Reggio Calabria, che si trova il vero paradiso per gli appassionati di kitesurf e windsurf.
Inserita tra gli Spot italiani ed europei preferiti da chi pratica queste attività sportive, sta diventando, stagione dopo stagione, meta preferita dei Kiters di tutta Europa.
La Baia, protesa verso il mare, si estende per una profondità che va dai 50 agli 80 metri, tutti liberi da ostacoli e, per questo, sicura per la pratica di qualsiasi attività sportiva.
Complice soprattutto il vento, costante e mediamente sostenuto, permette di cimentarsi in manovre freestyle alla navigazione con surfino kite race, ma anche di allenarsi alla nuova disciplina TTR.
Lo Spot di Punta Pellaro, a circa 3 km a sud dall’aeroporto di Reggio Calabria, garantisce il 90% della presenza di vento nel periodo Maggio – Agosto, ed il 50% nel restante periodo dell’anno.
Il vento medio è di 20 nodi, con giornate in cui si raggiungono anche i 35/40 nodi.
Tra le varie scuole di kite presenti ci siamo fermati a scambiare quattro chiacchiere al Kiteloop School di Fabio e Nino, dove la passione di Fabio, Istruttore Federale FIV Kiteboarding, è contagiosa.
Ci strappa la promessa di prendere qualche lezione, non appena queste saranno riprese, ossia a partire da maggio e ci convince a provare l’esperienza, indimenticabile – a suo dire, e noi ci crediamo – del kite.
La scuola svolge attività di kitesurf, vela, windsurf, wakeboard ed è aperta tutto l’anno.
In questo periodo, ci spiega Fabio, sono attive le lezioni di perfezionamento mentre i corsi veri e propri riprenderanno tra poco meno di un mese.
Si prediligono i mesi più miti e caldi anche se qui, a Punta Pellaro, la stagione è abbastanza mite durante tutto l’anno.
E’ per questo che i tanti appassionati possono proseguire anche fuori stagione gli allenamenti, magari semplicemente indossando una buona muta.
12 mesi in cui poter liberamente praticare il proprio sport nella splendida cornice dello Stretto di Messina con, in lontananza, l’imponente Etna.
Inoltre la particolare conformazione della costa consente, risalendo il vento di poche centinaia di metri dallo Spot di partenza, di poter veleggiare con il vento side on rispetto al side (traverso) classico.
A beneficio di quanti desiderino navigare e perfezionarsi in totale sicurezza, poichè la navigazione avviene entro la Baia di Pellaro.
Tendenzialmente il Vento di Canale, vento che domina l’area dello Stretto da maggio a settembre, spira in direzione Nord, dai 16 ai 35 nodi, e con un’intensità media di 20 nodi.
Il vento è costante e pulito grazie alla conformazione dello Spot, iniziando a soffiare dalle 9 del mattino per poi diminuire al tramonto.
Anche il vento di Sud o Sud-Ovest (libeccio) può essere adatto ma – come avverte il nostro istruttore – occorre essere buoni praticanti.
Lo Spot di Punta Pellaro
In Italia, l’interesse per il kitesurf – prosegue Fabio – sta crescendo sempre più, anche grazie alle scuole e alla presenza di Spot così naturalmente conformati, come questo di Punta Pellaro e i motivi del grande consenso riscosso – ci spiega – sono molteplici.
“Innanzi tutto questo successo è dovuto principalmente alla facilità della sua pratica che non richiede forza fisica nè una forma fisica particolare. Una volta il kite era definito sport estremo mentre oggi, con le attrezzature moderne, non lo è piu.”
“Imparare in 10/15 ore di pratica – prosegue – lo rende accessibile a tutti coloro che hanno una buona “acquaticità” con un’età compresa tra i 9 e i 65 anni.”
Apprendiamo che il corso per imparare il kitesurf si svolge inizialmente sulla spiaggia dove cominciare a gestire “l’aquilone” trainer in tutta sicurezza.
“Questo kite – come ci indica Fabio – è agganciato al kiter praticante tramite un trapezio che elimina completamente la fatica della trazione. Le braccia e le mani servono solo per indirizzare l’ala verso destra o sinistra mentre il peso del corpo bilancia la trazione della vela.”
“Dopo pochi minuti o ore, si passa in acqua attrezzati di muta, giubotto galleggiante e casco, per poi farsi trascinare dal vento in tutta sicurezza, iniziando così a “navigare” (Bodydrag) trainati dal kite. E dopo aver acquisito dimestichezza in acqua – conclude l’istruttore – con alcune ore di pratica, si può passare a provare l’ebbrezza della prima planata in piedi sulla tavola, trainati dal nostro kite, come un motoscafo ecologico a propulsione eolica.”
E’ chiaro che praticare questo sport significa amare il mare, vivere la natura, conoscere e giocare con i suoi elementi.
Uno sport che permette di acquisire fiducia in se stessi, affrontando i propri limiti: vera lezione di vita.
In attesa di arrivare a Tokyo, si spera, alle Olimpiadi del 2020 per la gioia di quel milione e mezzo di kiters sparsi per il mondo.
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