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RINASCENTE, IL NUOVO FLAGSHIP STORE NASCONDE UN TESORO ARCHEOLOGICO

rinascente roma

14.000 metri quadrati totali, 800 brand presenti, 1.852 giorni di cantiere e 4.720 tonnellate di acciaio utilizzato.

Questi i numeri del Flagship store Rinascente a Roma, inaugurato appena sei mesi fa e già entrato, a pieno titolo, tra le mete più ambite del fashion romano.

Rinascente di nome e di fatto. Un lavoro durato 11 anni e che ha interessato la demolizione di un edificio costruito negli anni Cinquanta.

L’intervento ha completamente raso al suolo la struttura preesistente riuscendo, così, a produrre un’architettura innovativa e adatta ad accogliere uno dei Grandi Magazzini italiani conosciuto come sede del lusso, nazionale ed internazionale.

La struttura

Il nuovo edificio si compone di otto piani e si sviluppa, secondo il classico disegno delle gallerie commerciali di primo Novecento, intorno ad una corte centrale da cui poter percepire in un colpo d’occhio l’intera costruzione, fino all’ultimo piano.rinascente roma

Gli “affacci” sono schermati da una sequenza di riquadri che si ripetono serialmente, a mo’ di vetrina, contribuendo a rendere lo spazio percepito ancora più dilatato e metafisico.

E’ però al piano -1 che si trova la “collezione” più prestigiosa di tutta la galleria.

Si tratta dei reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi necessari al consolidamento delle originarie fondazioni e che hanno determinato un ritardo dei lavori di oltre due anni.

Una scalinata trionfale in candido travertino romano conduce al piano “archeologico”.

Qui, tra delicate stoviglie di porcellana e complementi di arredo di alto design, si scorge poco a poco l’emblema di questo grande progetto di recupero urbano.

Il sito archeologico della Rinascente

Appare così il sito archeologico che, sorprendentemente, ha fatto mostra di sé durante gli scavi.

Sorprendentemente poiché la Soprintendenza, pur conoscendo l’esistenza di alcuni reperti già dagli anni Cinquanta, non poteva certo immaginare che se ne potessero nascondere altri, e di maggior valore.

La stessa archeologa che ha condotto la campagna di scavo, la dottoressa Marta Baumgartner, funzionaria della Soprintrinascente romaendenza e che, dal 2013, si è occupata di quanto ritrovato, considera questo rinvenimento un evento del tutto inaspettato.

Questo poiché i resti furono intonacati per un’altezza di tre metri impedendo il riconoscimento delle antiche strutture risalenti al I secolo a.C.

Gli scavi legati alla costruzione della Rinascente romana hanno invece portato alla luce un intero settore urbano che, per una buona parte, era sepolto e, per la restante, risultava incamerato negli edifici circostanti di matrice moderna.

Le attività così condotte, precedute da carotaggi mirati, hanno permesso ritrovamenti dal valore elevatissimo soprattutto perché legati ad un tratto viario del tutto sconosciuto fino al momento dell’attuale scoperta.

Il sito archeologico, che così si palesa in tutta la sua straordinaria maestosità, mostra l’Aqua Virgo, l’Acquedotto Vergine risalente al 19 a.C. fatto costruire da Agrippa, genero e generale di Augusto.

La scoperta più significativa è senza dubbio quella legata al rinvenimento di 15 arcate realizzate in grandi conci di tufo facenti parte dell’Aqua Virgo, rappresentanti, ad oggi, un unicum, acquedotto di epoca romana rinvenuto nel cuore della città.

Unica nel suo genere anche la possibilità di visitarlo, a titolo gratuito, all’interno di una struttura privata, quella della Rinascente appunto.

Per una maggiore comprensione l‘area archeologica è illustrata virtualmente in un racconto filologico, attraverso proiezioni di layers che evidenziano direttamente sulle antiche strutture le diverse epoche storiche a cui appartengono.

I layers multimediali

Completa la “narrazione” la suggestiva presenza di acqua virtualmente rappresentata a testimonianza dell’antico passaggio che, in passato, interessava pro103830911_6339prio quel tratto di acquedotto.

L’eccezionalità degli scavi condotti riguarda anche l’aver potuto restituire alla città una grande porzione di tessuto urbano grazie alla quale si è potuti risalire all’evoluzione storico-urbanistica dell’area compresa tra il Pincio ed il Quirinale.

A testimonianza di ciò, oltre ai resti di due acquedotti, anche i resti della Salaria Vetus, l’antica Via Salaria, strada circondata da sepolcri monumentali risalenti al I secolo a.C., con tracce di insulae e tabernae e di una domus adornata con uno stibadium, quasi un triclinio di cui si era trovato un altro esemplare al Palatino.

Completa il grandioso rinvenimento un impianto termale dalle dimensioni contenute, detto balneum, risalente al IV secolo d.C. che fa mostra di sé grazie alla presenza di splendidi mosaici e marmi policromi.

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