Capricchia, 1106 metri sul livello del mare, incastonata all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga.
E’ qui che si trova, a poco meno di 5 km da Amatrice, questa piccola perla di montagna, una delle 49 frazioni disseminate sul territorio amatriciano duramente colpito dal terremoto degli ultimi tempi.
Oggi Capricchia, nel cui nome ritroviamo le antiche origini, sta portando avanti, con coraggio e dignità, un convinto percorso necessario al proprio futuro e alla propria sopravvivenza.
Sta contribuendo, con attività associative e di incontro, a promuovere il proprio territorio e la propria comunità, per restare, nonostante tutto, meta e rifugio per i propri “figli”.
Sono state tante le difficoltà incontrate dalla popolazione nell’affrontare il dramma della distruzione del paese e delle proprie case.
Il grande sconforto iniziale, per la totale incertezza sul futuro dei territori natii, ha cercato di avere il sopravvento.
La rinascita di Capricchia
Il dover fare i conti con la realtà dei fatti, e capire che nulla sarebbe stato come prima è stato sicuramente difficile.
E’ vero, la neve di questi giorni sta coprendo tutto con un silenzio assordante, avvolgendo i luoghi, le strade, le case.
E’, forse, l’unico tratto familiare che si ritrova in questi luoghi, dove tutto è cambiato per sempre.
Quello che non è cambiato, però, è l’impegno con cui la comunità, riunitasi in associazioni locali, si è attivata per non lasciare che il piccolo centro venisse abbandonato.
Questo è stato determinante, facendo la differenza.
In molti, tra Enti, Associazioni e privati, si sono mobilitati per supportare la popolazione residente e non.
Le attività
La scorsa estate è nato, ad esempio, il Villaggio Vittoria, un’area campeggio in cui poter trovare accoglienza per trascorrere qualche giorno nel paese d’origine.
E ancora, presso i locali della Proloco, è stata allestita una piccola cucina ed un’area tavoli, dove poter condividere i pasti, nella più tipica tradizione amatriciana.
Paradossalmente, a seguito del terremoto, la popolazione residente, così come ci spiega il Presidente della Proloco, il Dottor Roberto Guerra, è aumentata fino ad arrivare “a 23 presenze, unico esempio in tutto il cratere che invece ha visto diminuire gli abitanti residenti in modo significativo” riflettendo sul fatto che “…oggi Capricchia è un paese popolato da persone che hanno compreso quanto un gruppo, unito e determinato nel raggiungere uno scopo, sia in grado di superare qualsiasi tipo di difficoltà.”
Purtroppo un terremoto di tale entità segna profondamente un territorio, trasformando in modo drammatico i luoghi ma anche le persone.
Eppure, nonostante tutto, grande contributo è stato offerto anche dai ragazzi, le nuove generazioni, a dimostrazione della grande voglia di non perdere il legame con le proprie radici, per nessun motivo al mondo.
La grande forza di Capricchia.
La “ricostruzione avrà senso in questo territorio – continua Guerra – solo se si continuerà a viverlo e frequentarlo, ad acquistare dai piccoli negozi e produttori locali, a camminare nei sentieri tracciati dal CAI sulle montagne.”
E allora cosa augurarsi per Capricchia e per tutti i tanti paesi del cratere?
Molti sarebbero i desideri da voler vedere realizzati, ma di sicuro il più importante, conclude il Presidente della Proloco, è che continui ad essere “per ancora tante generazioni di figli e nipoti, quel luogo di rifugio sicuro, lontano dalla vita caotica e tossica delle città” fieri “di calpestare quella terra e quei sentieri dove i bisnonni, i nonni, i genitori portavano a pascolare gli animali.”
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credits www.facebook.com/pg/SOSCapricchia
23 Marzo 2018 – ©Riproduzione riservata
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