A circa un anno e mezzo dal sisma del 2016 incontriamo Andrea Petrucci, cantautore originario di Arquata del Tronto, al quale poniamo alcune domande in un’intervista commossa, piena di speranza.
“A cosa stai pensando, se guardi questa vita sembra un film..”
Sono i primi versi della canzone dedicata ad Arquata del Tronto e alla terribile notte del 24 agosto 2016 che l’ha distrutta.
Le sembra ancora di vivere in un film o la realtà ha preso il sopravvento?
Quando si ha un evento di una portata distruttiva, come quello del terremoto del 24 agosto 2016, la mente fa fatica a prendere coscienza di ciò che sta accadendo, ti sembra di essere improvvisamente piombato sulla scena di un film catastrofico e ti guardi attorno con un’aria smarrita … poi, col passare dei giorni, piano piano inizi a comprendere che ció che vedi, le macerie, le vittime, purtroppo è tutto reale e si insinua dentro te un senso di angoscia, di impotenza che rende impossibile concepire un ritorno alla normalità.
A quel punto diventa fondamentale l’aiuto esterno di chi ha la possibilità di riabilitarti alla vita, sia con un sostegno psicologico, sia contribuendo alla ricostruzione dei luoghi distrutti.
Purtroppo, a distanza di più di un anno dal sisma, non si può dire che sia stato fatto tutto il possibile per le popolazioni del terremoto che vivono ancora una realtà di desolazione e abbandono.
Le immagini del video che accompagnano le note della sua canzone sono molto dure.
Che effetto speri suscitino in chi le guarda, ascoltandola.
Credo che, nonostante le immagini siano molto crude, la gran parte delle persone non si renda conto realmente di cosa sia successo e per questo non dia la dovuta importanza al nostro tragico evento e alla nostra situazione.
Penso che il ricordo della polvere e di quei sassi e delle vittime non ci abbandonerà mai e rimarrà impresso nel cuore come la cicatrice di una profonda ferita.
Mi capita spesso di parlare con persone che non hanno la più pallida idea di cosa sia il terremoto perché vivono in zone lontane dal disastro e cerco di far capire la gravità delle conseguenze che stiamo vivendo, ribadendo che non si può far finta di niente solo perché non colpiti direttamente.
Si dice tanto che il popolo italiano sia molto solidale e faccia corpo unico di fronte ai problemi ma mi trovo, in questo caso, a constatare che manca quella umanità tanto decantata a volte. Spero, con il mio messaggio, di sensibilizzare le coscienze anche se ritengo sia un’ardua impresa.
In questi casi si dice che la musica abbia una grande forza sull’opinione pubblica.
Ha potuto constatarlo?
Per quello che mi riguarda ancora non posso dire nulla ma penso che un brano e un video ben fatti possano avere una risonanza non indifferente a livello mediatico.
La musica è un linguaggio universale e un ottimo strumento di diffusione che può raggiungere un elevatissimo numero di persone in ogni parte del mondo; parlando con l’amico Red Ronnie, abbiamo ricordato il periodo di Rock No war in cui la raccolta dei fondi per la realizzazione di progetti in aree disagiate dalla guerra conseguì risultati molto importanti e concreti.
Quando Monsignor Giovanni D’Ercole le ha proposto di partecipare a questo progetto così impegnativo cosa ha pensato?
Essendo figlio di arquatani per me è stato un onore poter fare qualcosa. Invece di rimanere immobile, paralizzato dal terrore e imprigionato nei miei pensieri li ho messi su carta cercando di esprimere, con la poesia, quel senso di instabilità, quell’angoscia che continua a vibrarti dentro dopo mesi dal terremoto, proprio come fece la terra sotto i piedi il giorno del disastro.
Nel testo ho però lasciato spazio ad un messaggio di speranza: molte persone sono morte, anche una mia cara zia, molti dei miei parenti sono rimasti feriti ma bisogna comunque cercare di andare avanti con una forza maggiore, la forza che scaturisce dal voler aiutare chi sta peggio e insieme ricominciare, dal sentire propria la missione del contribuire ad una rinascita.
Per questa mia missione sono stato ispirato da una persona altruista, piena d’amore, concreta come il Monsignor Giovanni D’Ercole, è lui la mia guida spirituale.
Ci siamo incontrati parecchie volte per parlare , capire , decidere, pregare, ricordare.In questo modo è nata “Polvere e sassi nel cuore”.
Tante piccole e grandi iniziative si sono svolte e si svolgeranno per mantenere alta l’attenzione sulla ricostruzione di Arquata e del Centro Italia.
Pensa che il mondo dell’arte, in genere, stia facendo abbastanza?
Sono state fatte tante manifestazioni ma, secondo me, non è mai abbastanza .
Il mondo dell’arte, specialmente quello musicale, ha dato molto e forse ci saranno altre iniziative ma dobbiamo stare sempre attenti a chi specula e approfitta del nostro territorio.
Tante sono state le segnalazioni di chi si serviva della tragedia per fare business e questo è riprovevole.
Dobbiamo aiutare i nostri territori a ripartire seriamente. Ci sono paesini del Lazio, vicini alla nostra Arquata,
come per esempio Accumoli, a cui non è stata data molta importanza. Non va bene che siano solo i grandi centri come Amatrice a ricevere tutto il sostegno e ci si dimentichi di altre zone dove sono morte ugualmente delle persone.
Ora non voglio alzare un polverone e non ne voglio fare una questione politica, non è nel mio stile. L’unica cosa che mi interessa è pensare a dare un aiuto concreto a chi ha perso tutto.
Cosa si augura per il futuro?
Come canto in un mio vecchio brano, per il futuro mi auguro ‘’un mondo migliore ‘’ . “Con te un mondo migliore”, questo è il titolo di una canzone del mio primo album che potrebbe essere reinserito nel mio prossimo EP.
Ispirato da un discorso del nostro Papa Wojtyla, è un messaggio per noi giovani che esorta a costruire un futuro migliore pieno d’amore e pieno di gioia, avendo sempre come punto di riferimento e guida Cristo Gesù.
È un brano rock molto interessante, anche se il rock sembrerebbe un genere poco adatto a questo tipo di contenuti.
Abbiamo appreso dai media che di recente è stato a Sanremo per promuovere il suo progetto.
Ci può raccontare com’è andata e come sta andando?
Nei limiti del possibile, ho fatto un po’ di promozione a questo brano sperando di portare il terremoto sotto i riflettori di Sanremo ma è triste constatare che, quest’anno, questo argomento non è stato minimamente menzionato sul palco dell’Ariston.
È andata abbastanza bene nonostante abbia trovato una Sanremo blindata dalle forze dell’ordine, forse si temeva qualche attentato terroristico, e devo dire che l’organizzazione a livello di sicurezza era impeccabile.
Sono stato ospitato da vecchi amici e in merito ad interviste con radio e giornalisti non è andata poi così male,anche se, come ho già detto in precedenza, quello del sisma è un problema spesso sottovalutato,non ci si rende conto della gravità finché la cosa non tocca direttamente.
Questo fa un po’ male, manca l’empatia e la generosità di chi riesce a comprendere cosa significhi aver vissuto una tragedia immane.
Spero che alcune persone riflettano su questo e non pensino solo all’avido mondo del business.
Tornando alle radio, ho avuto il piacere di diffondere il mio messaggio quasi in tutta Italia, daTorino alla Calabria. È stata una bella esperienza.
Prima di salutarci e ringraziandola per l’impegno nel sensibilizzare i cuori di chi non ha conosciuto da vicino questo tipo di esperienza, ci potrebbe raccontare quali sono i suoi prossimi impegni professionali e dove la possiamo trovare?
Io ringrazio voi per la vostra intervista. È stato un piacere enorme per me rispondere alle vostre domande e spero che altre persone, come voi, mi diano la possibilità di far conoscere il mio brano e la mia musica.
Per quanto riguarda i miei impegni professionali, per prima cosa continua la promozione di questo brano divulgandolo il più possibile: a tal proposito, ricordo che tutto questo materiale è totalmente free.
Inoltre, prima di Natale, è uscito il risultato finale di un lavoro parallelo alla mia carriera da solista: un Cd Ep di 5 brani cantati in duetto, un progetto chiamato Redpassion acquistabile direttamente dal mio sito.
Questo cd Ep, insieme al singolo “Polvere e sassi nel cuore“, è stato prodotto artisticamente dal mio amico e collaboratore Raffaele Petrucci.
Infine, colgo l’occasione per ringraziare tutto il mio team di lavoro, Raffaele Petrucci ,già citato, Valeria Leteo e Marco Baldoni e anticipo che presto uscirà un nuovo EP/album di Andrea Petrucci.
Un abbraccio speciale alla nostra guida spirituale Monsignor Giovanni D’Ercole.
Tutte le novità sono raggiungibili su www.andreapetrucci.com
Condividete il video è importante, grazie.
Immagini concesse da Andrea Petrucci
15 Febbraio 2018 – ©Riproduzione riservata