In occasione della prima domenica del mese, il 4 febbraio 2018, in cui è previsto l’accesso gratuito ai siti statali, consigliamo la visita della mostra “Rinascite. Opere d’arte salvate dal sisma di Amatrice e Accumoli”, ormai prossima alla chiusura.
La programmazione si concluderà l’11 febbraio, giorno in cui il Museo delle Terme di Diocleziano, a Roma, ne chiuderà i battenti.
E’ questa una grande occasione per conoscere le più di tremila opere che sono state sottratte alle devastazioni dei terremoti che hanno colpito l’area laziale tra Amatrice e Accumuli nel 2016 e 2017.
La mostra, a cura di Daniela Porro ed Alessandra Acconci, è stata allestita su progetto della Stefano Boeri Architetti, in una suggestiva scenografia che enfatizza la grandezza delle opere esposte.
Un patrimonio artistico ai molti sconosciuto ma che rappresenta le origini e la storia artistico-culturale del territorio reatino.
*******
Comunicato stampa
Ricostruire le relazioni tra opere e territorio, ricordare l’attività di recupero del patrimonio culturale e artistico condotta in maniera sistematica nelle zone devastate dal sisma. Sono questi gli intenti della mostra Rinascite.
Opere d’arte salvate dal sisma di Amatrice e Accumoli, dedicata ai due centri reatini colpiti nel 2016 – 2017.
Ospitata dal Museo delle Terme di Diocleziano a Roma, dal 17 novembre 2017 all’11 febbraio 2018, la rassegna – promossa dal Museo Nazionale Romano con Electa – è curata da Daniela Porro e Alessandra Acconci, progetto d’allestimento di Stefano Boeri Architetti.
Sugli oltre tremila beni portati in salvo, e oggi conservati nel deposito allestito presso la Scuola Forestale Carabinieri di Cittaducale (Rieti) si presentano 34 opere provenienti da chiese e strutture religiose di Accumoli e di Amatrice, e le loro frazioni.
Dipinti, sculture, suppellettili liturgiche, cui si aggiunge un prezioso materiale d’archivio, sono state selezionate per accendere i riflettori sulla civiltà centro-appenninica che custodisce, e che spesso nasconde nel suo territorio impervio, un fitto mosaico figurativo e materiale.
Durante il Medioevo e poi nel Rinascimento con gli Angioini, e dopo ancora fino ad arrivare al Novecento con le numerose comunità religiose, intensi erano gli scambi commerciali e artistici.
La rassegna dimostra l’importanza della cultura sedimentata nei piccoli o piccolissimi centri del territorio italiano, patrimonio comune sconosciuto o sottovalutato che pure è parte dell’identità collettiva nazionale.
Alla mostra delle opere salvate, con svolgimento cronologico, si affianca un percorso espositivo parallelo dato da 21 fotografie scattate da Paolo Rosselli lo scorso settembre.
Per non dimenticare gli effetti ancora evidenti e drammatici del sisma.
Tutti possiamo contribuire alla conservazione di questi beni, effettuando una donazione attraverso l’Art Bonus esteso, proprio dopo le ferite del patrimonio subite all’indomani del sisma, ai beni di elevato valore culturale individuati dal MiBACT e a quelli ritenuti dagli Enti religiosi prioritari anche per le esigenze di culto.
Complemento alla mostra il volume edito da Electa, che non si limita ad essere guida, ma anche pubblicazione autonoma all’evento espositivo, omaggio al territorio e al suo patrimonio culturale, paesaggistico e di secolari tradizioni. Il recupero tempestivo delle opere in mostra e di tutte le altre conservate nel deposito di Cittaducale è stato possibile grazie al pronto intervento dell’UCCR Lazio – Unità di Crisi Coordinamento Regionale per il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – diretta al momento del sisma, nell’agosto 2016, e per gli otto mesi successivi, da Daniela Porro adesso direttore del Museo Nazionale Romano, alla quale è subentrato Leonardo Nardella.
Questo impegno verrà raccontato nella pubblicazione di un secondo volume, che riunirà i contributi delle Istituzioni e di coloro che hanno partecipato alle operazioni di salvaguardia del patrimonio.
le immagini sono tratte dal sito: