Dopo anni di vicissitudini burocratiche, la Rocca di Subiaco, meglio conosciuta come Rocca dei Borgia, è entrata a far parte del patrimonio architettonico comunale.
Luogo emblematico e ricco di storia, fu eretto nel 1070 per volere dell’abate guerriero Giovanni V, a controllo della cittadina di Subiaco.
Concepita come castello feudale, posta in cima ad una collina, in posizione dominante, fu presto munita di fortificazioni, carceri, di una torre di avvistamento, di alcune stanze, di appartamenti e di una piccola chiesa dedicata a San Tommaso.
Nel 1349, colpita dal terremoto, subì gravi danni che la resero inagibile per lungo tempo, depredata e saccheggiata negli arredi e nelle suppellettili più preziose.
Fu grazie al Cardinale Rodrigo Borgia che la Rocca tornò al suo passato splendore.
Nel 1476 infatti fu restaurata in ossequio ad un progetto che la dotò di una torre quadrangolare merlata, di carceri e trappole, sempre a scopo difensivo.
Secondo alcuni storici, qui nacquero nel 1476 e nel 1480 Cesare e Lucrezia Borgia, figli di Rodrigo e della sua amante Vannozza Caetani.
Nel tempo la Commenda passò al casato dei Colonna e, a causa dei difficili rapporti tra la Casa e la Santa Sede, Subiaco fu teatro di guerriglie che distrussero in parte la Rocca.
Il progetto di Pietro Camporese
Solo nel 1778, per volontà di Papa Pio VI, l’architetto Pietro Camporese, effettuò dei lavori di restauro volti a conferire alla Rocca un aspetto più “moderno”, meno medievale.
Furono eliminate le carceri e le trappole, la torre venne dimezzata ed il nucleo occidentale, verso il paese, fu dotato del grande orologio, di recente tornato a funzionare grazie all’opera di volontari.
Così connaturata, la Rocca, ospitò i Papi Pio II, Pio VI, Gregorio XVI e Pio IX.
Dal 1915, anno della soppressione della Commenda, inizia il declino, lento ed inesorabile dell’edificio.
La Rocca oggi
Lo stato in cui versa oggi, non lascia presagire vita lunga e felice per questa architettura tanto imponente, tanto da richiedere importanti lavori di recupero urgenti e mirati.
Finalmente, dopo anni di abbandono, entrata nella disponibilità del Comune di Subiaco dal marzo 2015, ha trovato anche nel MIBACT e nella Regione Lazio, assieme ai singoli donatori, punti fermi per la propria rinascita.
Di recente anche il Sottosegretario di Stato al Ministero per i beni e le attività culturali, Ilaria Borletti Buitoni, in una nota al Sindaco di Subiaco ha esplicitato il suo plauso per l’impegno con il quale la cittadinanza tutta, oltre che le pubbliche istituzioni, stiano cercando di restituire al più presto un simile capolavoro architettonico e artistico.
Vista la consistenza dei lavori di restauro, è stata promossa una campagna di donazioni #salviamolaroccadisubiaco, con l’apertura di un conto corrente postale (001025430362) e iban dedicato (IT74 Z076 0103 2000 0102 5430 362), entrambi intestati a Comune di Subiaco – campagna di liberalità per il recupero della Rocca di Subiaco.