Packaging commestibile, la nuova frontiera dell’imballaggio eco-sostenibile a cui nuove tendenze commerciali stanno indirizzando le proprie ricerche e strategie aziendali.
In una società sempre più consumista, dove tutto è imballato e protetto in maniera a volte esagerata, c’è chi propone un sistema innovativo di packaging biodegradabile.
Molte le aziende che stanno affiancando il proprio nome a quello di centri di ricerche in cui ingegneri, designer, biologi stanno studiando nuove soluzioni di food-packaging, volte ad una produzione sempre più eco-sostenibile.
Gli esiti di questi studi sono impensabili come l’esempio dell’involucro commestibile brevettato dall’azienda americana Wikifood.
Cosa è il Packaging commestibile
Si tratta di una sorta di pellicola costituita da cibo e polimeri biodegradabili simili nel gusto a quello dei cibi che andranno ad avvolgere.
Ecco Wikicells, questo il nome del prodotto, al gusto di cacao, di arancia e altro ancora.
Più vicino a noi è la proposta, tutta italiana, di Trentuno, un’azienda trentina che con Pappami mette sul mercato una linea di stoviglie commestibili, ricavate dalla stessa formulazione chimica del pane.
Sullo stesso versante si è mossa la Lavazza che, già da tempo, ha lanciato le tazzine-biscotto, un originale packaging che ha riscosso molto successo.
Sorprendente è la grande goccia d’acqua da bere in un sol sorso.
Si tratta di Ooho, disegnata da Pierre Paslier, che racchiude in una pellicola trasparente edibile una quantità di acqua equivalente al contenuto di un bicchiere.
Anche a Bali, in Indonesia, si stanno conducendo altrettanto esperienze innovative in materia, indirizzando le ricerche verso la realizzazione di contenitori alimentari realizzati con alghe in luogo delle obsolete plastiche.
Precisamente ad Ubud si sta sperimentando l’uso di un contenitore per waffle.
Si tratta di una sorta di busta ma, a differenza della sua omologa in plastica, è biodegradabile e commestibile oltre a possedere notevoli valori nutritivi.
Altro utilizzo è quello proposto per confezionare il condimento del Ramen, tipica zuppa asiatica.
Sfruttando il calore, necessario allo scioglimento dell’imballaggio, si stanno producendo porzioni contenenti Ramen in modo da ottenere zuppe istantanee.
Basterà gettare il sacchetto in acqua calda e rimestare.
Si pensa che, a breve, altri innumerevoli tipo di imballaggi alimentari potranno essere messi a punto.
Pacchetti commestibili per hamburger o capsule biodegradabili e solubili per caffè istantaneo.
David Company, co-founder di Evoware, la casa produttrice indonesiana divenuta famosa per gli imballaggi commestibili, sta esortando ad arrestare la produzione di plastica, avendo la popolazione mondiale sperimentato quanto questa sia oltremodo inquinante per il pianeta.
L’azienda indonesiana dichiara che il packaging proposto è assolutamente commestibile, biodegradabile e privo di sostanze nocive per l’uomo e per l’ambiente.
E non è un caso che proprio in Indonesia sia nata una simile start-up.
I paesi asiatici, primo fra tutti la Cina a cui è seconda proprio l’Indonesia, sono i primi produttori al mondo di inquinamento plastico a discapito di fiumi, territori e oceani.
E’ qui che vengono infatti riversati ogni giorno tonnellate di scarti non riciclabili che stanno dando vita a vere e proprie isole vaganti di rifiuti.
Ecco perché è proprio in questa area che si stanno concentrando ricerche mirate a contenere il più possibile un simile problema trovando nelle alghe una valida soluzione.
L’utilizzo delle alghe, piante che vivono in ambiente umido o acquatico, oltre a trasformare in commestibile un imballaggio, porterebbero ad una consistente produzione di ossigeno in grado di assorbire importanti quantità di gas serra.
Questo poiché nel loro processo metabolico producono grandi quantità dell’elemento più importante per garantire vita in ogni tipo di ambiente.
Trattandosi di sperimentazione e di produzione a bassissima scala il costo di produzione al momento è molto alto e poco conveniente rispetto all’impiego della plastica.
Di sicuro iniziando ad intraprendere politiche biodegradabili si potrà porre un freno a quello che sembra un destino già scritto per la sorte dei nostri mari, in cui i pesci saranno soppiantati da rifiuti in plastica già dal 2050.
Le immagini sono tratte da: www.evoware.id e www.pappami.com
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