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I PICCOLI BORGHI ITALIANI TORNANO A VIVERE. PRONTA LA LEGGE PER VALORIZZARLI

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Una ventata d’aria nuova si appresta a inondare i quasi 5567 piccoli Comuni italiani ed i loro centri storici.

E’ stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 6 ottobre 2017, n. 158 che apporta rilevanti Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, nonche’ disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni.

Così, a partire dal prossimo 17 novembre, sarà attuabile il Piano Nazionale in essa previsto pari a 100 milioni di euro da ripartire tra comuni italiani con meno di 5000 abitanti residenti e quelli frutto di fusione tra borghi con al massimo 5000 abitanti.

La legge 158/2017 prevede, per i prossimi sette anni, attraverso il Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni, lo stanziamento di importi fondamentali per adottare tutte quelle misure necessarie al recupero di borghi in stato di abbandono o ad alto rischio di spopolamento, incentivandone l’afflusso turistico e la disponibilità ricettiva locale.

Il provvedimento legislativo è stato fortemente voluto dalla commissione Ambiente della Camera, presieduta da Ermete Realacci che, relazionando sulla norma, la configura come una “straordinaria opportunità per l’Italia. Un modello per uno sviluppo sostenibile e un’economia più a misura d’uomo che punta sulle comunità e i territori, sull’intreccio fra tradizione e innovazione, vecchi e nuovi saperi”.

Le trasformazioni possibili

La norma infatti contempla la possibilità di trasformare l’edilizia esistente con interventi mirati al recupero del patrimonio immobiliare presente sul territorio, con azioni di riqualificazioni e messa in sicurezza.

Vengono incentivate le acquisizioni di aree libere o in stato di abbandono, ed il recupero edilizio è volto a promuovere nuove attività turistiche per mezzo della realizzazione di alberghi diffusi o case vacanze, il tutto in favore della popolazione residente e di tutte quelle attività insediate nel territorio.

Si porta così alla valorizzazione di ambiti dalle grandi potenzialità naturalistiche, disseminate di preziosi beni artistici ed architettonici oltre che ricchi di eccellenze eno-gastronomiche locali.

L’intervento previsto dalla legge è di tipo programmatico.

Le risorse economiche stanziate infatti saranno necessarie ad indirizzare le varie attività di manutenzione e gestione del territorio.

Grande importanza avrà anche la tutela dell’ambiente, soprattutto per contrastare lo spettro dell’alto rischio idrogeologico.

Anche le infrastrutture e l’edilizia scolastica rientrano in questo grande piano di messa in sicurezza insieme all’efficientamento energetico di immobili sia privati che pubblici, indirizzando le scelte progettuali all’installazione di apparecchiature funzionanti con fonti rinnovabili.

Grande novità anche sull’acquisizione del patrimonio infrastrutturale pubblico.

I Comuni, grazie a questo nuovo provvedimento, potranno entrare in possesso di tratti di vecchie strade ferrate ormai inutilizzate o di case cantoniere da porre al servizio della protezione civile o di associazioni di volontariato o anche per svolgere attività di promozione turistica territoriale.

Viene contemplata inoltre la diffusione della banda larga con il conseguente sostegno all’artigianato digitale.

Si punta sulle nuove tecnologie che permettono all’economia locale di restare al passo con i tempi, mantenendo però ben salde le proprie origini e tradizioni, a garanzia di un prodotto unico e locale.

All’interno di questi piccoli borghi si incentiva la creazione di percorsi guidati con itinerari pensati per un turismo agroalimentare che, citando parte del testo normativo, “tutela e valorizza il loro patrimonio naturale, rurale, storico-culturale e architettonico”.
Questo grazie al recupero di beni culturali, storici e librari e alla valorizzazione dei
 pascoli montani e di tutte quelle attività silvo-pastorali ad essi connesse.

 

11.11.2017  –  Riproduzione Riservata

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