Inaugurato nel 2017 è già divenuto un must nel panorama architettonico internazionale, ponendosi al tempo stesso come grande richiamo per gli amanti della moda ed, in particolare, di quella francese.
Stiamo parlando del Museo Yves Saint Laurent, dedicato interamente alla ricerca stilistica e alla produzione del noto stilista francese estremamente legato al Marocco e a Marrakech.
Alla base la volontà di omaggiare un grande genio contemporaneo con l’idea di raccogliere in un ampio spazio, di pubblica fruizione, le magnifiche opere dello stilista francese che, proprio con Marrakech, aveva stabilito un particolare rapporto simbiotico e profondo, che egli stesso aveva definito essere “una folgorazione e l’inizio di un cambiamento radicale».
Si tratta di un caro omaggio alla personalità e al genio di Yves Saint Laurent, un dono a cui Bergè, suo compagno e socio, di recente scomparso, ha iniziato a lavorare immediatamente dopo la morte del Maestro.
Il 19 ottobre è stato inaugurato il Museo, fortemente voluto proprio in quella città dove i due, sin da ragazzi, hanno potuto trascorrere le loro vacanze in totale relax e spensieratezza, riuscendo ad attingere spunti creativi da trasfigurare, poi, in moda.
Il Museo, spazio pubblico ma “luogo privato” in cui custodire le opere del noto stilista , si organizza in spazi dedicati all’allestimento di mostre, in un auditorium con circa 130 posti, in una grande biblioteca ricca di libri provenienti dalla sua collezione privata, in una caffetteria, in un ristorante ed in un bookstore.
Un Museo in cui si sono potuti raccogliere più di 5000 abiti e circa 15000 complementi accessori e, dove la vera ricchezza, riteniamo essere le decine di migliaia di bozzetti, disegni e oggetti appartenuti e realizzati proprio da Yves Saint Laurent.
La progettazione del complesso architettonico è stata affidata allo Studio KO con il compito di riuscire a tradurre in architettura i tratti distintivi dello stilista francese.
Le architetture del museo, infatti, riecheggiano le fogge armoniose delle linee disegnate da Saint Laurent per gli abiti femminili riuscendosi a fondere con le morbide architetture locali, sinuose e ogivali a cui, nel tempo, il maestro ha guardato, ispirandosi.
Con un grande sforzo i progettisti sono riusciti a tradurre in materia quello a cui Bergè aspirava: un complesso architettonico “forte, marocchino, contemporaneo”.
Colpisce l’assoluto inserimento nel contesto urbano dove grande rilievo è stato affidato alle soluzioni adottate per il trattamento superficiale dei prospetti, interpretati come fossero realizzati con preziosi filati, a formare un tessuto che ricorda disegni e intarsi marocchini.
Il linguaggio architettonico è quello puro, tipico dell’architettura classica del bacino del Mediterraneo.
Qui si leggono le influenze nord africane, francesi e dell’antica provincia romana della Mauretania, l’attuale Marocco.
La struttura architettonica si trasforma in un gioco di volumi che si fondono tra loro, plasmati dall’uso sapiente dei mattoncini di laterizio in un’opera di circa 4000 mq composta da un’ampia sala principale in cui, grazie all’intervento “interattivo” di Christopher Martin, l’opera di Yves Saint Laurent riesce ad essere celebrata in tutti i suoi aspetti.
Il Museo è un grande tributo altamente simbolico ad una terra che tanto ha dato allo stilista francese e che l’opera architettonica è riuscita ad interpretare grazie ai tradizionali mattoni rossi, rigorosamente realizzati a mano, così come osservato dal Direttore Björn Dahlström, che offrono un morbido “effetto della trama del tessuto”.
Le immagini sono tratte dal sito https://www.museeyslmarrakech.com/fr/votre-visite/ www.studioko.fr e
© Riproduzione riservata
vedi il museo di Giorgio Armani