Il Chiostro del Bramante a Roma torna a stupire e questa volta lo fa nel segno del divertimento e del gioco.
Proseguendo con la fortunata esperienza di Love. L’Arte incontra l’amore, ecco che arriva la mostra “Enjoy. L’arte incontra il divertimento”.
Nulla è fatto per essere preso sul serio ed Enjoy, la singolare esposizione visitabile fino al 25 febbraio 2018, lo grida con tutte le sue forze.
Come l’amore, anche il momento ludico è necessario all’uomo, lo svago per rigenerarsi, la spensieratezza per evadere da una realtà a volte troppo opprimente.
Con Enjoy. L’arte incontra il divertimento il curatore Danilo Eccher vuole tornare a parlare soprattutto ai giovani, attraverso opere d’arte che producono immagini di leggerezza, di gioco e puro divertimento.
Si tratta di una sorta di esperimento, un percorso divulgativo intrapreso da Dart Chiostro del Bramante.
Si cerca di stimolare il visitatore con immagini provocatorie, che suscitino in chi le guarda perplessità, ilarità e sgomento, cercando di toccare le corde della fantasia e dell’immaginazione.
Il gioco, il divertimento e l’eccesso, così come affermato da Eccher, hanno da sempre caratterizzato l’arte, costituendone i tratti centrali.
E’ in quest’ottica che la mostra affida alle opere dei maggiori artisti contemporanei il compito di stupire, con il chiaro intento di evadere e far evadere, offrendo nuovi schemi espositivi, distanti dalle canoniche mostre in cui il divertimento non trova spazio.
Il percorso espositivo è il primo segnale che ci arriva, divertendoci perché ci permette di muoverci senza regole, poi, a seguire, le opere.
Ci accoglie il grande giardino realizzato con fiori orientali ad opera di Michael Lin, uno dei maggiori artisti taiwanesi.
La vivacità dei colori ci attira e noi entriamo calpestando il giardino fiorito perché questo vuole l’arte: essere vissuta .
In fondo Lin l’ha concepito così.
Si torna ad impiegare l’artificio per richiamare l’attenzione in un periodo in cui l’arte sta soffrendo.
L’artificio dunque per sorprendere e far parlare di sé: è questa l’idea alla base del progetto iniziale.
L’arte diventa illusione, momento unico in cui tutto può avvenire suscitando in chi guarda diverse emozioni, sorrisi, incredulità.
Divertirsi innanzitutto, poi curiosare, toccare, prendere parte al gioco dell’arte, partecipare attivamente. Infine andar via felici, arricchiti da un’esperienza unica, divertente e inaspettata.
L’arte sempre difesa da allarmi e cordami ora la si può toccare, annusare, usare.
Questo il grande salto, la grande scommessa vinta da Enjoy.
Sono le pop-emozioni quelle prodotte da questa mostra e che sprigiona attraverso le trenta opere esposte.
Filo conduttore la forza ludica presente come costante nella produzione artistica contemporanea.
Accanto ai grandi maestri quali Calder, Tinguely e De Dominicis, precursori dell’idea di arte legata al divertimento, al movimento e cambiamento istantaneo, sono esposte opere, sculture ed installazioni di artisti emergenti contemporanei.
Tra tutte citiamo la grande opera delle Amache Giganti del brasiliano Ernesto Neto.
Qui l’invito al riposo e ad utilizzare l’amaca per sdraiarsi è palese e convincente.
Si Inizia ad interagire con l’opera d’arte perché la mostra lo vuole.
L’intento è quello di spiazzarci continuamente, ad ogni passo.
Attraverso il labirinto interamente a specchi di Leandro Erlich oppure scalando un’enorme poltrona di Studio65, nel sentirsi inseguiti dagli occhi di Tony Oursler o nel rimanere abbagliati dalle installazioni luminose del TeamLab, un collettivo giapponese che raccoglie a sé più di quattrocento artisti.
Come spiega il curatore, l’elemento ludico è da sempre presente nell’arte proprio perché il piacere è costante attiva del processo creativo.
Il gioco ci permette di tradurre in maniera più comprensibile temi che altrimenti rimarrebbero oscuri e difficili da comprendere.
Il percorso espositivo, così, ci conduce altrove, in una dimensione lontana intrisa di sorpresa e illusione.
23 Settembre 2017 – Riproduzione riservata