La bioedilizia, o bioarchitettura, è l’applicazione di criteri di ecosostenibilità nel campo dell’edilizia e sfrutta prodotti naturali per realizzare strutture in materiale ecocompatibile.
I vantaggi che derivano da questa pratica sono numerosi, primo fra tutti la riduzione delll’inquinamento per il nostro pianeta.
Tra i materiali impiegati nell’edilizia ecologica, il legno è quello più utilizzato.
Possiede infatti ottime caratteristiche di “rinnovabilità” e inoltre le sue caratteristiche fisiche lo rendono adatto a creare spazi abitabili gradevoli e con benefici effetti sugli occupanti delle case ecologiche, inducendo sensazioni di benessere.
Il sughero può diventare un eccellente materiale con caratteristiche coibentanti se proveniente da materie prime di qualità e trasformato in pannelli mediante utilizzo di compressione e calore.
La fibra di cellulosa è un materiale con discrete capacità coibentanti che può essere utilizzato sia come isolante acustico che termico.
Questo materiale viene ottenuto dal riciclaggio e trasformazione della carta.
Diversi ambienti possono essere progettati con la funzionalità tipica delle serre.
La serra assorbe il calore solare riutilizzandolo per finalità energetiche come avviene per esempio con il riscaldamento.
Prevedere l’installazione di impianti a pannelli solari per produrre energia elettrica e acqua calda fin dalla fase di progettazione dell’edificio non comporta spese elevate.
La luce esterna può infatti far crescere la luminosità degli ambienti interni facendo diminuire la necessità di consumare energia elettrica mentre la climatizzazione può avvenire tramite l’uso di condotti d’aria sotterranei o mediante una gestione delle ventilazioni naturali o dei movimenti d’aria.
La bioarchitettura non porta l’edilizia in posti naturali, ma integra il verde e la natura nelle località urbane residenziali.
L’edilizia verde può ridurre del 50% la spesa energetica delle famiglie e distruggere l’inquinamento di CO2 prodotto dal riscaldamento, l’illuminazione e la climatizzazione.
La bioarchitettura inoltre non riduce in alcun modo il piacere di vivere la propria casa, anzi ha come scopo il miglioramento del benessere e della qualità della vita.
Sul campo, i materiali ecocompatibili dimostrano prestazioni davvero eccezionali, così come i prodotti di origine chimica, con in più il vantaggio di salvaguardare l’ambiente e la salute di tutti noi.
Purtroppo però le imprese e i progettisti rimangono fedeli ai materiali chimici, in quanto sul mercato la maggior parte dei materiali da costruzione sono di natura chimica.
Utilizzare prodotti chimici significa costruire in qualsiasi situazione atmosferica, non avere problemi di conservazione, realizzando così il lavoro in tempi più rapidi.
Spesso questi materiali chimici si trovano sul mercato a prezzi molto moderati.
Rimane quindi all’acquirente avere il “buon senso” di acquistare materiali cosiddetti “alternativi”.
Negli ultimi tempi sono emersi diversi aspetti negativi relativi ai prodotti di genere chimico, perché usati in modo inappropriato, come per esempio nel settore farmaceutico e in quello alimentare.
Circa il 45% dell’energia prodotta in Europa viene utilizzata dall’edilizia, e parallelamente per la produzione dei materiali in Europa vengono consumate circa il 50% delle materie prime, generando così moltissimi rifiuti, talvolta altamente tossici.
Successivamente si è comunque verificata una grande crescita per l’impiego dei materiali non nocivi ed ecologici nel mondo dell’edilizia, nel pieno rispetto della salute e dell’ambiente che ci circonda.
In questi ultimi anni, l’unione fra Bioedilizia, economia solidale e mondo del Biologico, (alimentazione Biologica, medicina naturale, etc..) si è ormai consolidata.
Alla Stanford University, alcuni ricercatori hanno prodotto un materiale da costruzione simile al legno, formato da una sostanza che proviene dai gas di scarico di alcune discariche.
Questi studiosi non sono di certo gli unici a cercare nuovi prodotti “alternativi” non nocivi per il pianeta.
Alcune tipologie di legno posso essere facilmente riciclate, in modo più rapido ed efficiente.
Dopo il riciclaggio il legno perde la sua caratteristica fondamentale: la forza.
Così il team di Stanford ha elaborato un nuovo materiale da costruzione ottenuto dalla combinazione di fibre di canapa con della plastica biodegradabile, permettendo agli alberi di non metterci decenni per ricrescere.
Sarah Billington, ricercatrice alla Stanford ha rilasciato al riguardo le seguenti dichiarazioni: “Ovunque ci saranno uomini e donne esisteranno sempre rifiuti. Ma così possiamo avere anche una continua fonte di materie prime”.
La Billington ha poi continuato affermando: “All’industria edile piace usare gli strumenti dei propri nonni.
Se il nuovo materiale non funziona allo stesso modo o vi si debbono utilizzare chiodi diversi, può essere un buon motivo per non essere adattato”.
In copertina Case in Legno bioedilizia
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