A cinquant’anni dalla morte, una grande mostra celebra Jean Arp (1887-1966), tra i maggiori protagonisti della storia dell’arte del Novecento.
Nelle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano a Roma, dal 30 settembre 2016 al 15 gennaio 2017 l’ampia retrospettiva con oltre 80 opere dedicata al maestro francese.
Arp ha avuto un ruolo di primo piano nell’ambito delle avanguardie ed è stato tra i fondatori del movimento Dada, nato a Zurigo nel 1916, di cui ricorre quest’anno il centenario.
La mostra, promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma e dal Museo Nazionale Romano con Electa, è curata da Alberto Fiz in collaborazione con la Fondation Arp di Clamart, Francia.
L’allestimento è firmato dall’architetto Francesco Venezia.
Per celebrare la duplice ricorrenza, sculture, rilievi, stampe e papier collé consentono di analizzare l’intera ricerca di Arp: dai primi rilievi in legno del 1915 alle sculture realizzate dal 1930 al 1966.
In questo contesto vanno segnalate le testimonianze della serie Concrétions humaines del 1934, l’omaggio a Auguste Rodin del 1938 e un’opera di carattere magico ed esoterico come Thalès de Milet del 1951.
Tra i lavori dell’ultimo periodo, meritano una particolare attenzione Poupée borgne del 1963 e Construction architectonique, un gesso realizzato nel 1965, un anno prima della sua scomparsa, eccezionale prestito dal Centre Pompidou di Parigi.
Spettacolare la sequenza di sculture monumentali proposta dalla rassegna: come Berger des Nuages del 1953 di oltre tre metri d’altezza proveniente dalla Fondation Arp di Clamart, una delle più importanti realizzazioni di Arp che accoglierà il visitatore all’ingresso delle Terme di Diocleziano.
Non manca, poi, Pépin Géant, 1937 dal Centre Pompidou e Femme paysage, 1966 da Gallerie d’Italia.
“Un percorso nomadico quello di Arp che attraversa le avanguardie senza mai rinunciare alla propria individualità sviluppando una ricerca tesa a cogliere l’energia cosmica e le forze creatrici connesse con la natura”, afferma Alberto Fiz.
Una sezione della mostra, infine, metterà in relazione le opere di Arp con quelle della moglie Sophie Taeuber-Arp (1889-1943). Si racconta un sodalizio trentennale da cui è scaturita una straordinaria vicenda artistica e umana.
A lungo eclissata dalla fama del marito, Sophie si muove in un contesto più prossimo al design e alla progettazione d’interni sviluppando una ricerca astratta, tesa verso soluzioni spaziali di grande attualità.
Provenienti dalla Fondation Arp e da altre importanti istituzioni europee ed italiane, le opere entrano in dialogo con i monumentali spazi delle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano consentendo di analizzare il rapporto di Arp con la classicità e con la poetica del frammento.
La retrospettiva è accompagnata da un’esauriente monografia edita da Electa che analizza la figura di Arp nelle sue molteplici sfaccettature, dal suo rapporto col dadaismo a quello con la classicità.
Molte le riflessioni che riguardano la sua produzione letteraria oltre all’intenso dialogo con Sophie Taeuber.
Immagini tratte da http://archeoroma.beniculturali.it/mostre/jean-arp