Dal 20 luglio la città di Firenze è stata “invasa” da sculture suggestive che si sono impadronite dei siti più conosciuti e significativi del capoluogo toscano.
Si tratta di “monoliti” frutto dell’intuizione artistica dello scultore coreano Park Eun Sun.
Si tratta di una mostra diffusa, gratuita e visitabile fino al 18 settembre, il cui percorso espositivo è stato ideato di comune accordo tra le Amministrazioni locali e la Sovrintendenza con l’obiettivo di i luoghi fiorentini dell’itinerario turistico per eccellenza.
La mostra, infatti, si inserisce tra le iniziative dell’Estate Fiorentina, ricca di eventi e di occasioni culturali in cui spiccano le grandi sculture che il turista, e non solo, avrà modo di scorgere durante passeggiate indimenticabili.
Si va da Palazzo Pitti a Palazzo Vecchio, arrivando a Piazzale Michelangelo per poi giungere a San Miniato al Monte e poi giù, verso il Giardino delle Rose, sino ad arrivare, come gesto simbolico di commiato, all’Aeroporto Amerigo Vespucci.
L’esposizione, a cura di Luciano Caprile, è stata promossa dallo Studio Copernico.
L’intenzione è stata quella di accendere i riflettori su un artista contemporaneo che vive e lavora a Pietrasanta, in provincia di Lucca, e la cui cifra stilistica è rappresentata dall’essenzialità e dalla compostezza, elementi questi fusi e posti in simbiosi con la materica tradizione italiana, fatta di bronzi, di marmi e di pietre.
Nelle opere dell’artista si fondono così le due culture, la coreana volta all’essenziale, al minimale e la cultura italiana più ricca, fantasiosa, “barocca”.
L’opera di Park Eun Sun è costituita infatti da grandi volumi, sfere, monoliti realizzati con il più tradizionale dei materiali in uso in Toscana: il marmo.
La tradizione toscana è sottolineata soprattutto dall’impiego di marmo bicromo, presente in tutte le cattedrali e chiese romaniche della Toscana e del centro Italia in genere.
Il bianco e nero che ricorda il giorno e la notte, lo Yin e lo Yang, due simboli della cultura orientale che esistono proprio perché in contrapposizione.
La ricerca dell’equilibrio è alla base dell’opera dell’artista coreano, un equilibrio che riesce ad essere mantenuto in tutta la mostra e nei siti destinati ad accoglierla.
Le opere di Park Eun Sun, dalle dimensioni considerevoli, cercano di stabilire un dialogo con i luoghi rinascimentali in cui trovano collocazione.
In alcuni casi contrapponendosi ad essi, in altri accordandosi a pieno.
Ogni scultura racchiude questo senso di alternanza, di “fratture scomposte” che, a detta dell’artista, sono i tratti necessari a “far emergere la parte più nascosta della materia. Le spaccature rappresentano i pensieri, le nevrosi, le paure, la rabbia ed appaiono comunque come segno concreto di vitalità”.
La giustapposizione tra le sculture e gli spazi urbani che le ospitano riescono comunque a mantenere inalterato l’equilibrio delle parti.
Nonostante le grandi dimensioni delle opere le proporzioni d’insieme tra scultura e luogo riescono ad essere mantenute.
Nel cortile del Palazzo Pitti, ad esempio, sono state collocate le opere Due sfere e Generazione II mentre nel cortile dei Leoni di Palazzo Vecchio le sculture Moderazione 41 e Moderazione 50.
In Piazzale Michelangelo, invece, si stagliano tre enormi colonne, la Colonna accrescimento infinito, la Duplicazione continua e l’Infinita colonna, poste in contrapposizione a quelle ugualmente grandi collocate nel vicino Ristorante La Loggia.
Qui sono esposte la Duplicazione continua, la Colonna accrescimento infinito IV e la Colonna accrescimento infinito V.
Altra grande colonna caratterizzata da una profonda fessura, Colonna infinita accrescimento II, è stata collocata presso la Basilica di San Miniato al Monte e donata dall’artista al Comune di Firenze in occasione dell’inaugurazione della mostra.
Il Giardino delle Rose ospita invece l’opera Collegamento tra cubi e sfere II e, per finire, recandosi all’Aeroporto Vespucci si potrà ammirare la Duplicazione II e la Simmetria combinata.
23 LUGLIO 2016 – Riproduzione Riservata