E’ stata inaugurata da appena due settimane e già sta riscuotendo grande successo la mostra ospitata presso la Galleria 3 del Maxxi, a Roma, dove, fino al 28 marzo 2016, potremo assistere a Transformers.
Si tratta di una visita surreale in un mondo alternativo, dove nulla è come appare.
L’evento, a cura di Hou Hanru e Anne Palopoli, si propone l’obiettivo di offrire nuove percezioni di materiali e oggetti abituali.
Grazie ad alcuni progetti ideati dai quattro trasformers Choi Jeong-hwa, Didier Fiuza Faustino, Martino Gamper e Pedro
Reyes, il visitatore potrà vivere l’esperienza di percorrere una “foresta” composta da più di 3000 scolapasta oppure immaginare di essere nel
mare, soli con un unico appiglio: una boa dalle dimensioni smisurate.
I quattro performers sono sì degli artisti ma, al contempo, dei designers.
Immagine : Choi Jeong-Hwa, Life Life, 2015.
Photo ©Musacchio & Ianniello
Grazie alla loro visione delle cose, degli oggetti e,
direi, della realtà, riescono a spingersi oltre
verso proposte alternative in cui tutto perde la
propria abituale destinazione, per poi essere valorizzato in altro, in qualcosa di estremamente lontano dall’idea generatrice.
Durante il percorso ci si sente attratti da nuove realtà, derivanti da trasformazioni, appunto.
E’ proprio sul concetto di trasformazione che i quattro artisti puntano; intendono cioè sottolineare i repentini mutamenti dei nostri tempi.
Una trasformazione che riguarda tutti e che è inesorabilmente inarrestabile.
I quattro sono in tutto e per tutto degli “attivisti sociali”.
In fondo l’arte è lo strumento più forte ed incisivo per denunciare le condizioni sociali e i momenti storici che si accavallano, alternandosi.
Ed ecco che ciascuno, in base alla propria esperienza di vita, offre una differente percezione della realtà e del mutamento dei nostri tempi.
Il coreano Choi Jeong-Hwa, ad esempio, perviene a realtà ricche di pathos e provocazione, esaltando la necessità di un’esistenza felice.
Il franco-portoghese Didier Faustino sfida il forte bisogno di libertà insito nell’essere umano, incanalando il suo percorso in “situazioni”
costipate e costrette.
L’Italia è rappresentata da Martino Gamper il quale punta tutto sul riciclo dei materiali, sostenendo l’idea del fare da sè, se è possibile.
Infine Pedro Reyes, artista messicano tende a subliminare il concetto di pace come naturale
antagonista della guerra e della violenza.
In copertina Choi Jeong-Hwa, Golden Lotus, 2015. Photo ©Musacchio & Ianniello
27 Novembre 2015 – Riproduzione vietata