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Bell’Italia: la pittura di paesaggio dai macchiaioli ai neovedutisti veneti 1850-1950.

E’ Venezia e la sua laguna, è il mare, la campagna, la montagna.

Sono i luoghi rappresentati dalla pittura e che, da sempre, hanno rappresentato il soggetto preferito dei macchiaioli e neovedutisti italiani.

Lo studio della luce riflessa sull’acqua, i paesaggi e le ambientazioni naturali, i colori nelle varie ore del giorno, tutto ha contribuito a suscitare importanti suggestioni artistiche che oggi, e fino al 25 ottobre, possiamo riscoprire a Caorle, in provincia di Venezia.

Grazie ai curatori,Maurizio Vanni e Stefano Cecchetto, la mostra, che si tiene presso il Centro Culturale “A. Bafile” è una collettiva in cui riscoprire i macchiaoli e neovedutisti, in cui il paesaggio italiano viene proposto in lettura veneto-toscana di fine Ottocento ed inizi Novecento.

Sono esposti quadri che raffigurano le dolci colline toscane, i laghi, la laguna, Venezia in tutto il suo splendore di città emersa dalle acque.

I pittori proposti sono coloro i quali hanno segnato un’epoca arrivando a nuovi linguaggi artistici, del tutto inconsueti per quegli anni.

Troviamo così Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Vincenzo Cabianca in rapporto con i neovedutisti veneti come Ettore Tito, Luigi Nono, Pietro Fragiacomo, Angelo Dall’Oca Bianca, Guglielmo Ciardi e i figli Emma e Beppe.

Il soggetto è la natura in armonia con l’architettura che in essa viene ospitata, vivendo in equilibrio perfetto.

Il linguaggio cambia, si fa più attuale, moderno, si avvicina cioè agli stimoli mossi dalla grande pittura europea che inizia a farsi sentire anche in Italia.

 26 giugno 2015     –         Riproduzione Vietata

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