Com’eri vestita è quello che si chiede ad una donna quando subisce una violenza.
“What I was Wearing”© , invece, è la poesia di Mary Simmerling che ha ispirato il senso della mostra “Com’eri vestita?” in questi giorni a Milano, presso la sede della Casa dei Diritti.
La mostra è un’occasione per dare voce a donne che, sopravvissute ad atti di violenza sessuale, ne danno forte testimonianza con parole, suggestioni, sguardi e, soprattutto, abiti.
L’esposizione raccoglie, in un’istallazione, i vestiti che simbolicamente rappresentano quelli che erano indossati dalle vittime al momento della violenza.
L’idea di far conoscere che non è il tipo di abbigliamento indossato, come molti ritengono, a far scatenare gli abusi e violenze sessuali, è stata sviluppata 5 anni fa, da Mary Wyandt-Hiebert dell’University of Arkansas e da Jen Brockman, direttrice del Sexual Assault Prevention Center presso la University of Kansas.
L’installazione di “Com’eri vestita?”
“What were you wearing?” è il titolo dell’installazione artistica a cui lavorarono, nata proprio dalla necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica, dissuadendola da certi luoghi comuni.
La prima domanda dopo una violenza è “Cosa indossavi? Come eri vestita?” quasi a voler giustificare il carnefice fomentato, nel suo atto, da abiti particolarmente succinti e provocatori.
Quasi a dire alla vittima che, in fondo, se l’è cercata.
La mostra racconta il contrario.
Quelli che ci troviamo davanti, infatti, sono semplici maglioni, camicie, jeans, pigiami, cappotti.
Nulla a che vedere con vestiti provocanti e allusivi.
Cerchi d’Acqua, l’associazione promotrice di questo evento, in collaborazione con la Casa dei Diritti, la Rete Antiviolenza di Milano ed il patrocinio del Comune di Milano, vuole agire in una direzione mirata, volta ad abbattere il concetto che una violenza subita sia scatenata da alcuni abiti indossati.
La mostra racconta le violenze, gli stupri, i soprusi che le donne subiscono in ambito lavorativo, domestico, familiare attraverso testimonianze di esperienze indicibili.
Gli indumenti esposti raccontano tutto questo, annullando gli stereotipi a cui la società ci ha abituato.
E’ per questo che si rende necessario un profondo cambiamento culturale, iniziando a dare le giuste risposte a domande del tipo “Ma cosa indossavi?”.
Info:
Casa dei Diritti – via De Amicis 10
aperta al pubblico fino al 21 marzo alle ore 12,00
13 marzo ore 14,30 – 19,30
14 marzo ore 9,00 – 18,00
15 marzo ore 12,30 – 18,00
17 marzo ore 9,30 – 12,30
19 marzo ore 9,30 – 16,30
21 marzo ore 9,30 – 12,00
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17 marzo 2018 – ©Riproduzione riservata