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Food Design che passione!
Sempre più iscritti ai Master in Food-design, nuova branca della progettazione culinaria.
L’offerta degli Istituti di settore si è indirizzata verso questa disciplina progettuale, destinando proposte e offerte didattiche di vario genere, rivolte tutte ai futuri Food-designers, figura emergente nel mondo della ristorazione, e non solo.
Il 26 febbraio 2018, parte il Master in Food Design promosso dalla Scuola Politecnica di Design SPD di Milano in collaborazione con lo IULM.
Giunto alla sua terza edizione, il Master si rivolge a chef, ma anche ad architetti e designers.
Le lezioni, tenute in lingua inglese, per una durata di 1500 ore, saranno suddivise tra lezioni vere e proprie, workshop di progettazione e conferenze in cui poter interagire e confrontarsi con gli esperti del settore.
Completano l’offerta didattica visite ad aziende in campo alimentare, a ristoranti e alla partecipazione ad eventi gastronomici.
A chi si rivolge il corso di Food Design
Imprenditori, giornalisti, critici gastronomici, designers, architetti, chef e persino editori saranno chiamati ad offrire il proprio contributo per la formazione dei futuri food-designer.
Altrettanto interessante è il Master proposto dallo IED, Istituto Europeo di Design di Roma, in programma da gennaio 2019.
Le lezioni, sempre in lingua inglese, si propongono la formazione di progettisti capaci di gestire, in completa autonomia, relazioni di carattere professionale e manageriale nel settore food.
Food Design Project Experience, questo il nome del master, della durata di sei mesi, darà le nozioni necessarie a raggiungere quella flessibilità indispensabile per spaziare nei vari campi in cui si dipana la sua attività che va dalla produzione, alla comunicazione sino ad arrivare alla fruizione dei prodotti alimentari.
Ma perché questa esigenza di arrivare a progettare persino un piatto, un alimento?
In questi ultimi dieci anni si è molto diffuso il connubio cibo/design, rafforzando così il concetto, che tutti i più grandi chef condividono, che un piatto si mangia due volte; la prima con gli occhi.
Da queste esigenze la necessità, specie per i ristoranti di tendenza, di affidarsi a questa nuova figura professionale, il food-designer,specializzato e capace di supervisionare, coordinando e progettando, tutti i processi legati alla produzione dei prodotti alimentari, il modo in cui vengono elaborati e consumati.
E’ per questa ragione che sono richieste anche doti estetiche e compositive, poiché, specie nel cibo, l’immagine è il veicolo che rappresenta e comunica quello che un alimento vuole raccontare di sé.
Il Master in Food Design
Il Master si rivolge a laureati in discipline scientifiche ma anche sociali ed umanistiche ed è, neanche a dirlo, a numero chiuso.
Si è ammessi alla frequenza del Master a seguito di una selezione che valuterà il curriculum vitae del candidato e del proprio portfolio.
Completerà l’iter l’eventuale colloquio di approfondimento.
Obiettivi del Master in Food-Design
Il Master si prefigge la formazione di figure professionali in grado di operare non solo nel settore alimentare ma in tutti quei settori ad esso complementari.
Si mira alla formazione di professionisti in grado di tradurre nel food valide competenze di marketing e capacità comunicative unite alla progettualità e innovazione del design.
Il cibo diventa così momento di ricerca in cui vengono riunite varie esperienze e competenze per dar forma ad una disciplina internazionale. il Food-design, a cui sempre più nomi illustri della moda e del design, ricercatori, aziende e noti Atenei, stanno dedicando risorse per lo sviluppo futuro di questa “nuova” disciplina.
Si tratta di trasporre nella composizione culinaria, i principi legati alle arti visive in genere.
Anche ammirare un bel piatto o un alimento può essere visto in senso artistico.
Ampio spazio di applicazione dunque; si va dalla mise en place, all’impiattamento, dall’attenzione all’ambiente alla formulazione di critiche competenti.
Insomma, tutto questo periodo storico, sembra proprio ruotare intorno ad un piatto di portata, meglio se bello e ben composto.
Una forzatura?
Assolutamente no.
Il food-design opera in un momento di scambio simbiotico con altre realtà, tutte assolutamente interconnesse, in pieno rispetto della vera essenza del design, sperimentazione ed innovazione tecnologica, in grado di essere applicato in qualunque settore.
In fondo tutto quello che noi utilizziamo, dallo spazzolino da denti al mouse, alla caffettiera,necessita di una forma che ne rappresenti la funzione.
Ecco che entra in gioco il design, disciplina creativa per eccellenza a cui rimandiamo tanti oggetti super famosi anche nel settore food.
Uno fra tutti?
Le penne rigate, in grado di trattenere il sugo, grazie proprio alle striature, e ad essere infilzate facilmente dai rebbi di una forchetta grazie alla loro forma cilindrica.
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24 Febbraio 2018 – ©Riproduzione riservata