“Lavori in corso, opere d’arte dai luoghi del sisma” è la mostra voluta su iniziativa dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Ascoli Piceno, anche in collaborazione con l’Università di Camerino e visitabile fino ad Agosto 2018.
Le storiche architetture del Battistero e della Chiesa di San Gregorio Magno, ad Ascoli Piceno, ospiteranno dipinti, sculture e oggetti sacri scampati al terremoto del 2016.
Il Centro Italia, ed in particolare il territorio ascolano, è stato duramente colpito da questo drammatico evento e, per questo, la mostra vuole mantenere accesa la “luce”.
Opere provenienti dalle chiese della diocesi ascolana, dunque, danneggiate o addirittura distrutte, costituiscono il corpo centrale dell‘esposizione a cura di Michele Picciolo.
Nello specifico il Battistero ospita le opere del Museo diocesano chiuso da più di un anno mentre, nella di Chiesa di San Gregorio Magno, sono esposte le opere scultoree provenienti dalle chiese diocesane.
La Mostra ad Ascoli Piceno di Monsignor Giovanni D’Ercole
La mostra è stata fortemente voluta da Monsignor Giovanni D’Ercole, Vescovo di Ascoli Piceno, promotore di importanti iniziative necessarie a tenere sempre alta l’attenzione sui paesi colpiti dal terremoto.
Attraverso la mostra si può infatti tornare ad apprezzare opere emblematiche del patrimonio artistico marchigiano, altrimenti non valorizzato in un momento così complesso.
L’evento diventa anche occasione per ringraziare, pubblicamente, l’importante operato svolto e condotto da quanti si sono battuti per il recupero di queste opere.
Vigili del Fuoco, Carabinieri del Nucleo Tutela dei beni culturali, le Sovrintendenze alla Protezione Civile, istituzioni fondamentali nel recupero e tutela delle opere d’arte.
Tutti uniti nel porre in sicurezza il grande patrimonio artistico, culturale e religioso presente anche nella Diocesi ascolana.
Le Opere d’arte dai luoghi del sisma: Arquata
L’opera che più di tutte rappresenta lo stato di sofferenza e di speranza in cui versa l’intera comunità locale, e non solo, è il Crocifisso ligneo.
L’opera, risalente al 1200, proviene dalla Chiesa dell’Annunziata insieme alla pregiata Sindone di Arquata.
La Sindone è nota per essere un “estratto dall’originale e perciò, anche se infinitesima, una parte del sangue di Gesù è in essa riposta” proveniente dalla Chiesa di San Francesco.
Entrambe le Chiese si trovano ad Arquata del Tronto e, come tutto il paese, anche esse sono state duramente colpite dal terremoto.
Le due opere, per la loro drammaticità ed importanza, sono esposte nella Cattedrale, all’interno della Cappella del SS. Sacramento.
A completare il percorso espositivo, in cui l’arte diventa momento di ricordo ma anche di speranza e rinascita, l’intervento su uno dei viali del giardino del Palazzo Vescovile.
Si è pensato infatti di trasformarlo in luogo della memoria, in cui accogliere le tante campane appartenute a quei campanili crollati o danneggiati che, per un periodo imprecisato, non risuoneranno più.
Da qui la speranza di una ricostruzione quanto mai celere di quelle architetture così significative per la comunità, le chiese e i loro alti campanili.
“Lavori in corso, opere d’arte dai luoghi del sisma” una mostra da non perdere assolutamente e da visitare con gli occhi di un sopravvissuto che, all’orizzonte, intravede un braccio tendersi verso di sé.
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