E’ stata inaugurata ieri pomeriggio “Prossimo Futuro. 45 designer italiani under 40”, la mostra interamente dedicata al design emergente italiano, visitabile fino al 24 novembre prossimo presso lo spazio espositivo Medina a Roma.
La mostra, vero e proprio progetto itinerante, “rientra alla base”, dopo un mini tour italiano che l’ha vista prima a Milano e poi a Cagliari.
L’esposizione, a cura di Luigi Prestinenza Puglisi e Monica A.G. Scanu, è stata promossa dall’AIAC – Associazione Italiana di Architettura e Critica, con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma e Provincia.
Il Progetto di Prossimo Futuro
“Prossimo Futuro” racchiude in sé il grande ottimismo legato ad una nascente produzione di oggetti di design.
L’idea di una simile mostra-progetto, come raccontato dal curatore, è nata casualmente, da una call rivolta a giovani designers italiani che Prestinenza Puglisi, nell’ambito di un costante lavoro di scouting, ha inoltrato attraverso il proprio profilo Facebook.
Dall’inaspettata forte adesione è scaturita l’intuizione di offrire, ai numerosi giovani talenti intervenuti, la possibilità di esporre al grande pubblico i risultati delle proprie ricerche, canalizzandole in un unico e significativo format, ideato dallo studio Architettura Matassoni.
Una libreria contenente i progetti dei quarantacinque designers partecipanti. E’ così che si presenta l’involucro che contiene la ratio delle proposte progettuali esposte.
A fianco i prototipi, le idee realizzate e condivise, vere protagoniste di questa collettiva.
L’allestimento economico, leggero e, soprattutto, facilmente smontabile e trasportabile è in grado di veicolare il design in giro per l’Italia.
Un valido contributo alla divulgazione che, grazie anche al catalogo della mostra, contribuisce a diffondere l’intensa attività di promettenti firme del design contemporaneo, su scala nazionale.
Si tratta di un’esposizione che sposa l’attuale concetto di mobilità in cui, designers selezionati, tutti rigorosamente under 40, espongono le loro opere surreali e geniali.
Oggetti comuni che trovano nuove collocazioni e funzioni come le semplici culle che, grazie alla loro trasformazione, riescono ad essere utilizzate per gran parte della nostra vita.
La difficoltà più grande, racconta Prestinenza Puglisi, è “quella di riuscire a sperimentare” oltre che “a relazionarsi con i produttori.”
L’esperienza del passato in cui tutto sembrava fattibile e facile è superata ed oggi l’industria è diffidente ad investire in progetti arditi.
Per questo si è pensato di intervenire con una sorta di vetrina mediatica, dedicata a nuove personalità emergenti del design italiano con l’intenzione di introdurle in un sistema internazionale complesso ed oltremodo competitivo.
Prestinenza Puglisi, spiega come “(…) non possiamo nasconderci uno stato crescente di difficoltà degli italiani a costruire filiere e a fare sistema. Certamente non sarà una mostra a invertire le tendenze, ma se già riusciremo a porre il problema e a far vedere le luci invece che le ombre, credo che questa bella mostra avrà raggiunto il suo scopo.”
Forse per questo, come racconta Monica A.G.Scanu, troppo spesso il designer si affaccia al recupero di tradizioni dell’artigianato locale, apparentemente più semplice da realizzare o affidandosi alle stampe 3D, grande trovata dell’attuale tecnologia, che con poco rendono riproducibili complessi progetti.
Esempio ne è l’opera di Fabrizio Belluzzi che, con il suo Birch Branch, ha dato vita ad un appendiabiti realizzato in rami di betulla e tubolari di scarto di carpenteria.
Oppure la proposta divertente e al tempo stesso utile e dai mille impieghi dell’opera di Massimiliano Alberto Ravidà.
L’architetto siciliano ha ideato una mensola ,“TOP”, da applicare ai cartelli stradali.
Si tratta di un oggetto che, come egli stesso ha definito, è un “parassita” in grado di inserirsi in tutti i luoghi, urbani ed extraurbani.
Un oggetto che sviluppa la sua funzione solo se usato con l’esistente.
Diventa così mensola o sedile o ancora tavolino con cui prendersi un aperitivo, magari proprio alla fermata del bus.
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