Muri simili a giardini, superfici verticali che sprigionano la forza della natura in un’esplosione di varietà cromatiche senza eguali.
Pareti tappezzate di piante, in varie essenze e colori.
È questa la nuova frontiera in ambito di eco sostenibilità urbana.
Muri ‘vegetali’ ovvero una indiscussa trovata “eco” al sempre più pressante problema della cementificazione, giusta soluzione tecnologica che garantisce aree verdi utilizzando le superfici verticali degli edifici, interne o esterne.
Nel complesso si tratta di un vero e proprio organismo costituito da essenze erbose di varia natura, compatibili in fatto di clima ed esposizione che affida all’idrocoltura, gran parte della riuscita dell’intervento.
Occorre essere grati allo studio e al grande spirito di osservazione del botanico francese Patrick Blanc, che, dopo anni di ricerche, in maniera sufficientemente “semplice” e con costi abbastanza contenuti, ha dato il via all’incredibile tendenza dei muri vegetali.
La presentazione ufficiale avvenne nel 1994 in occasione del Festival International des Jardins di Chaumont-sur-Loire.
Da allora, Blanc ha potuto sperimentare al meglio le sue teorie sull‘architettura bioclimatica, fino ad essere, al momento, il botanico più “imitato”, anche se a suo dire, gli emuli lasciano alquanto desiderare.
Di fondamentale importanza è stata la constatazione per la quale le piante, per crescere, non hanno necessariamente bisogno di terreno, ma solo di acqua, ossigeno e anidride carbonica a garanzia della fotosintesi clorofilliana.
Da qui l’intuizione di sostituire il substrato terroso con pannelli, opportunamente distanziati dalla parete muraria; questo a garantire la corretta ventilazione ed impermeabilizzazione dell’involucro architettonico.
Per realizzare ciò, Blanc si avvale di un gruppo di giardinieri-arrampicatori, i quali fanno in modo che la superficie di lavoro sia ben ancorata ad una gabbia sottostante in alluminio, foderato da due fogli di feltro sintetico.
Un sistema idrico irrora continuamente la superficie, utilizzando all’occorrenza anche la stessa acqua piovana e vari fertilizzanti.
Le regolari e costanti innaffiature, infatti, contribuiscono al raggiungimento del risultato, poiché solo così le radici, ben umide, rimangono senza sofferenza alcuna, in superficie.
Le specie erbose che vengono utilizzate, individuate in circa 260 specie diverse, sono quelle che riescono a svilupparsi e a crescere ‘a cascata’ e ad adattarsi ai diversi climi e altezze. Più le piante si mescolano e si intrecciano tra loro, maggiore sarà il risultato cromatico ottenuto.
L’80% delle piante sono sempre verdi, così da contenere gli interventi di manutenzione, il restante 20% è formato da piante stagionali, con l’intento di far percepire l’opera botanica “viva”, diversa a seconda delle stagioni.
I BENEFICI:
• Migliore sfruttamento dello spazio, con possibilità di inserimento di aree verdi anche laddove non ci sia superficie ‘orizzontale’ disponibile.
• Assorbimento di anidride carbonica.
• Stabilizzazione delle polveri nell’aria. Il manto erboso è infatti in grado di catturare fumi e polveri inquinanti depurando così l’atmosfera.
• Filtraggio delle acque meteoriche dalle impurità.
• Resistenza al fuoco.
• Isolamento acustico.
• Regolazione della temperatura in città e all’interno degli edifici. Assorbendo calore, le piante raffreddano la superficie dell’edificio e l’ambiente circostante.
• Più valore agli edifici. Un palazzo rivestito d’erba acquista fino al 15% in più nel prezzo.
• Benessere psicologico. Un’area verde dona all’individuo benessere psicologico e relax.
Bisogna sottolineare come tutti questi benefici siano prodotti da pochi centimetri di erba e, se andiamo a vedere, equivalgano a quelli di un intero bosco.
A questo punto ci sembra doveroso evidenziare che un muro vegetale, a parità di benefici, necessita di una bassa manutenzione, il che non guasta.
Durante l’anno si provvede al taglio dell’erba, nei casi in cui questa sia stata utilizzata, mentre un sistema di telecamere collocate sul pannello, ne monitorano continuamente lo stato di salute.
In caso di bisogno, attraverso dei comandi al software, vengono azionati appositi strumenti che provvedono a diffondere fertilizzanti, antiparassitari o disinfestanti. Inoltre, l’eventuale sostituzione di essenze in stato di sofferenza è davvero semplice, proprio perché ciascuna di esse è collocata in una sorta di tasca.
I muri vegetali più ‘famosi’
I giardini verticali più noti nel mondo sono sicuramente quelli del ‘Caixa Forum’ di Madrid e del Museo ‘Quai Branly’ di Parigi.
Entrambi ideati dal botanico Blanc, i muri vegetali di questi edifici sono delle vere e proprie opere d’arte.
Nel caso di Madrid, la facciata che ospita il giardino è alta ben 24 metri ed ospita 15.000 piante e 250 specie diverse.
A Parigi invece l’intero edificio è ‘immerso’ nel verde ed il muro vegetale occupa una superficie di 800 metri quadri.
Le varietà che lo compongono appartengono a diversi continenti: provengono infatti da Cina, Giappone, Europa e America.
28 Ottobre 2017 – riproduzione riservata