COMUNICATO STAMPA:
Negli anni Settanta Gianni Pettena è uno dei fondatori e dei membri più rappresentativi del movimento architettura radicale. La sua pratica artistica si colloca tra l’arte concettuale e la Land Art. Pettena – che nel corso degli anni ha svolto attività di architetto, artista e critico d’arte – sviluppa le proprie opere (installazioni, fotografie, disegni e progetti) osservando la Natura e il paesaggio, secondo una prassi attraverso la quale egli scandaglia e spesso dissolve, i confini tra Arte e Architettura.Sebbene Pettena non abiti in Sudtirolo fin dalla giovinezza, il paesaggio locale riveste un ruolo fondamentale per lo sviluppo delle sue creazioni e concezioni in campo architettonico – tanto che, in proposito lo stesso Pettena parla de “la mia scuola di architettura”. La mostra a Merano Arte si occupa di questo rapporto e del costante confronto che caratterizza il legame dell’artista con il paesaggio della sua terra, accompagnando tutta la sua attività.Nell’ambito della mostra, Merano Arte presenterà una selezione di fotografie, disegni e installazioni incentrati su questo tema, tra i quali alcuni lavori che approfondiscono il retroscena storico-intellettuale dell’Alto Adige e del suo paesaggio. In occasione della mostra, Pettena realizzerà un’Installazione site-specific per Merano Arte.
Negli anni Settanta Gianni Pettena è uno dei fondatori e dei membri più rappresentativi del movimento architettura radicale. La sua pratica artistica si colloca tra l’arte concettuale e la Land Art. Pettena – che nel corso degli anni ha svolto attività di architetto, artista e critico d’arte – sviluppa le proprie opere (installazioni, fotografie, disegni e progetti) osservando la Natura e il paesaggio, secondo una prassi attraverso la quale egli scandaglia e spesso dissolve, i confini tra Arte e Architettura.Sebbene Pettena non abiti in Sudtirolo fin dalla giovinezza, il paesaggio locale riveste un ruolo fondamentale per lo sviluppo delle sue creazioni e concezioni in campo architettonico – tanto che, in proposito lo stesso Pettena parla de “la mia scuola di architettura”. La mostra a Merano Arte si occupa di questo rapporto e del costante confronto che caratterizza il legame dell’artista con il paesaggio della sua terra, accompagnando tutta la sua attività.Nell’ambito della mostra, Merano Arte presenterà una selezione di fotografie, disegni e installazioni incentrati su questo tema, tra i quali alcuni lavori che approfondiscono il retroscena storico-intellettuale dell’Alto Adige e del suo paesaggio. In occasione della mostra, Pettena realizzerà un’Installazione site-specific per Merano Arte.
La convinzione di Gianni Pettena che l’Architettura in Natura e quella del corpo umano siano interdipendenti, è alla base di quasi tutti i suoi lavori. La serie fotografica About non-conscious architecture (1972/73) – uno dei lavori fondanti della sua ricerca, sviluppato negli Stati Uniti nel corso degli anni – amplia il modo di guardare al paesaggio americano, tessendo un dialogo tra i due scenari (culturali) più significativi per Pettena.Il suo lavoro, fin dagli inizi della carriera, ha dialogato con le espressioni più innovative dell’arte contemporanea, mentre l’attività di critico e storico dell’architettura, lo ha condotto ad organizzare esposizioni sulle posizioni più interessanti e di maggior rilievo dell’architettura.La ricerca dell’”anarchitetto” (dal titolo della celebre pubblicazione edita da Guaraldi nel 1973) Gianni Pettena, ha un valore riconosciuto ormai come storico, sia per il suo carattere unico all’interno dello scenario della sperimentazione radicale, che per l’influsso esercitato negli ambiti dell’architettura, del design e dell’arte contemporanea.
Il lavoro di Gianni Pettena è stato presentato da musei e istituzioni internazionali quali la Biennale di Venezia, il PAC di Milano, il Mori Museum di Tokyo, il Barbican Center di Londra, il Gamec di Bergamo, il Centre Pompidou di Parigi, il Centre Metz, e la Biennale di Berlino; sue opere sono presenti all’interno di collezioni private in Italia e all’estero, nonché nelle collezioni permanenti di gallerie e istituzioni internazionali, tra le quali quelle del Centre Pompidou di Parigi, del Frac Centre di Orléans e gli Archivi della Biennale di Venezia
Le immagine sono tratte da www.giannipettena.it