Gli Italiani sono un popolo di spreconi.
Troppi sprechi alimentari.
È quanto emerge dall’indagine condotta dall’Adoc, Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori, sullo ‘spreco’ di prodotti alimentari nel 2015. Secondo i dati raccolti, sono finiti nella spazzatura ben 454 euro, pari all’8% della spesa totale e ad un dispendio di 29 euro a famiglia.
Unica consolazione, il confronto con i numeri dell’anno precedente. Nel 2014, infatti, sono stati ‘buttati’ via 515 euro, con uno scarto del 13,4%.
Le cifre
Tra gli alimenti più ‘sprecati’, troviamo il pane (19%), seguito da frutta e verdura (16%). In aumento lo spreco di prodotti in busta ed affettati. Equilibrio invece tra i prodotti di marca e quelli ‘anonimi’: per i primi la percentuale di perdita è del 46% mentre per i secondi del 54%.
Ma perché in Italia vengono ‘sprecati’ così tanti generi alimentari?
Il motivo principale è l’acquisto generico eccessivo: spesso e volentieri infatti si comprano prodotti di cui non si ha reale bisogno, come ad esempio nel caso di offerte 3×2. Un’altra causa è la scadenza troppo ravvicinata al momento dell’acquisto. Un motivazione ‘nuova’ e del tutto legata ai nuovi stili di vita è invece l’inadeguatezza delle confezioni ai consumatori ‘single’. Sono infatti totalmente assenti dal mercato prodotti monoporzione, mentre i brik di latte da mezzo litro stanno praticamente scomparendo.
Per ovviare al problema, l’Adoc ha redatto il seguente Vademecum:
1. Comprare solo l’essenziale, preferendo la qualità alla quantità, meglio una tavola meno imbandita ma più saporita.
2. Se hai avanzi nel frigo, cerca di riutilizzarli nella preparazione di altri piatti.
3. Utilizza al meglio il congelatore, se ne possiedi uno: surgela i tuoi avanzi di cibo, potranno essere utilizzati come porzioni monoposto.
4. Prova ad acquistare meno e più spesso ciò di cui hai bisogno.
5. Gli avanzi, se in buone condizioni, possono essere donati alle Associazioni di assistenza per i più bisognosi.
6. Al momento dell’acquisto evitare le offerte promozionali illusorie come i 3×2, in questo modo si acquista e si spende più del necessario.
7. Riporre le verdure nella parte bassa del frigo per evitare che ammuffiscano. Per la frutta il metodo migliore di conservazione è a temperatura ambiente Mantenere separata la frutta e verdura che si intende consumare a breve da quella che si intende conservare più a lungo.
8. Il pesce si può conservare in frigorifero, se fresco, per un paio di giorni al massimo, oppure può essere anche congelato. Deve essere sistemato in posizione intermedia nel frigo, opportunamente avvolto in pellicola trasparente o in contenitori chiusi.
I molluschi devono essere riposti in un piano intermedio, in contenitori che ne garantiscano l’isolamento dagli altri cibi per evitare eventuali scambi di batteri
9. Moderare le porzioni da servire.
10. Controllare le scadenze al momento dell’acquisto
Sprechi Alimentari
Spreco che vale un ‘PIL’. Ma non è tutto.
Secondo il dossier presentato in occasione delle Giornate europee contro lo spreco alimentare gli alimenti che vengono buttati via ogni anno nel nostro Paese equivale a circa il 3% del Pil (Prodotto interno lordo) nazionale. Inoltre, ben 44,5 milioni di persone (praticamente la popolazione media di un paese Europeo come la Spagna o la stessa Italia) potrebbero essere sfamate con tutto ciò che viene gettato nel cassonetto.
A pagare lo ‘sperpero’ di prodotti alimentari è anche l’ecosistema.
Attraverso tutto quello che viene buttato via, infatti, vengono immesse inutilmente nell’atmosfera 9 milioni e mezzo di tonnellate di anidride carbonica, insieme ad un’ingente quantità di rifiuti ‘inutili’.
07 Gennaio 2017 – Riproduzione Riservata
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