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CASTEL DEL MONTE, NUOVI SCENARI E TEORIE

Recenti studi condotti da due ricercatori del Politecnico di Bari hanno portato alla luce una nuova possibile interpretazione sullo storico edificio di Castel del Monte, emblema dell’opera di Federico II di Svevia.

Il Castello, secondo queste nuove teorie, fu progettato e costruito seguendo tecniche orientali, prevalentemente arabe.

Anche la destinazione d’uso sembra essere stata diversa da quella attribuita dalla tradizione.

La documentazione d’archivio e le indagini condotte sui materiali, infatti, hanno permesso di individuare, nelle soluzioni tecnologiche adottate, usi legati agli Hammam arabi e turchi.

Fu costruito grazie al volere dell’Imperatore Federico II, nel 1240 circa.

Le architetture possenti sono indubbiamente legate al mondo medievale, mentre l’originale impianto ottagono planimetrico conferma la vicinanza culturale al mondo arabo soprattutto quello termale.cache-cache_194d8721736f745d388d69d112de08bc_f5d8dc8b4ca7a20b444962fbd2bca8a3

Per tale ragione Castel del Monte, alla luce di queste nuove ricerche, viene definito luogo dove ci si poteva prendere cura del proprio corpo, in una sorta di centro benessere attuale.

L’esperienza termale dell’antica Roma, unita a soluzioni in voga nei paesi orientali, fa sì che l’uso del vapore, dell’acqua corrente e delle variazioni di temperatura degli ambienti convivano, dando origine ad una grande opera di ingegneria idraulica, a servizio del benessere dell’Imperatore e dei suoi ospiti.

L’approvvigionamento dell’acqua era garantito da cinque cisterne pensili, due poste al piano terra, ed il cui riscaldamento era affidato a cinque maestosi camini.

Un ingegnoso sistema, inoltre, fu studiato per la raccolta e distribuzione delle acque meteoriche.

Queste venivano raccolte e veicolate grazie ad un insieme di canalizzazioni ricavate sul basamento esterno dell’edificio.

I due ricercatori, grazie allo studio del monumento, hanno saputo darne una nuova lettura, forse la più calzante.

Le innumerevoli soluzioni architettoniche infatti, come in un grande puzzle, trovano finalmente la loro collocazione e spiegazione progettuale che, sino ad ora, non avevano trovato.

Dal 2009, il Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico di Bari, grazie studi mirati legati all’architettura e alla stereotomia, ha potuto condurre studi specialistici sul monumento, dandone una nuova lettura.
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Giuseppe Fallacara e Ubaldo Occhinegro, i due ricercatori a cui si deve l’intuizione del nuovo possibile uso di un Castello così diverso dagli altri, nel 2011, tramite letture, misurazioni e osservazioni, sono pervenuti a inaspettate conclusioni: Castel del Monte è stato progettato quale luogo dove poter condurre ed esercitare pratiche mediche e farmaceutiche, nonché la cura e la riabilitazione del corpo.

Le nuove teorie sono state approfonditamente dibattute a Bari, presso l’Aula Magna del Politecnico, su iniziativa del Dipartimento delle Scienze dell’Ingegneria ed Architettura (Dicar).

Il convegno multidisciplinare dal titolo “Prima Giornata di Studi interdisciplinare su Castel del Monte” , si è posto come apripista ad una serie di futuri appuntamenti di confronto e di aggiornamento in merito agli studi, fin qui condotti, sul celebre monumento nazionale, riconosciuto, dall’Unesco, patrimonio dell’umanità.

All’’evento hanno preso parte i maggiori esperti nazionali ed internazionali afferenti a diversi settori scientifici che, nel corso della loro attività, hanno condotto studi e ricerche sul monumento Federiciano e sul suo tempo.

11 marzo 2017    –         Riproduzione Riservata

 

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