L’Agenzia del Demanio ha presentato di recente il progetto Valore Paese-FARI.
Con quest’iniziativa si cercherà di dare nuova vita ad 11 Fari, attualmente rientranti nel patrimonio demaniale, con interventi di recupero architettonico ed ambientale, volti ad incrementare anche le economie locali, riconsegnando questi beni architettonici alla comunità.
Il progetto di dismissione momentanea si prefigge di valorizzare un patrimonio del tutto suggestivo ed unico nel suo genere e dovrà garantire recupero architettonico, tutela ambientale e sviluppo economico.
I Fari saranno concessi in affitto fino a 50 anni ad operatori del settore turistico-alberghiero, in grado di sviluppare un progetto turistico che rilanci il territorio in cui i fari stessi sono dislocati.
“Da quando non esiste più la figura del guardiano del faro, i nostri beni stanno via via andando in degrado, dovere dello Stato, quindi, è quello di toglierli dal degrado e recuperarli, e avevamo due possibilità: investire con risorse pubbliche, oppure coinvolgere il privato, ed abbiamo scelto questa seconda strada.
Ci aspettiamo, attraverso la consultazione online, di mettere a punto , grazie a questi suggerimenti, il bando finale.
Dovremmo poi tenere conto anche del parere del Ministero dei Beni Culturali perchè siamo di fronte a dei luoghi che vanno salvaguardati”.
Così ha spiegato il Direttore del Demanio, Reggi, durante la conferenza stampa in cui è stato ampiamente presentato il progetto alla presenza delle autorità competenti e al Ministro dei Beni culturali, Franceschini.
Il patrimonio immobiliare composto dagli 11 fari di proprietà dello Stato, interessati da questa operazione di promozione turistica, si trova in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Toscana.
Nello specifico sono i Fari meglio noti come il Faro di Brucoli ad Augusta (SR), il Faro di Murro di Porco a Siracusa (SR), il Faro di Capo Grosso nell’Isola di Levanzo – Favignana (TP), il Faro di Punta Cavazzi ad Ustica (PA), il Faro di Capo d’Orso a Maiori (SA), il Faro di Punta Imperatore a Forio d’Ischia (NA), il Faro di San Domino alle Isole Tremiti (FG).
A questi vanno aggiunti altri quattro fari che, su indicazione del Ministero della Difesa, si sommano ai precedenti.
Il Faro Punta del Fenaio e il Faro di Capel Rosso sull’isola del Giglio (GR), il Faro di Capo Rizzuto (KR) e il Faro Formiche a Grosseto, sull’isolotto Formica Grande.
Per i prossimi due mesi, l’Agenzia del Demanio, riceverà indicazioni dalla collettività grazie ad una consultazione online, il cui obiettivo è quello di informare e, al tempo stesso raccogliere dei suggerimenti, delle proposte e idee da parte di quanti abbiano qualcosa da consigliare.
Questa fase, propedeutica, sarà necessaria per cogliere il reale interessamento suscitato sia nel territorio circostante i Fari, sia sul mercato immobiliare turistico.
La consultazione online è consultabile da chiunque desideri offrire il proprio contributo, anche in termini progettuali.
Intanto noi possiamo iniziare ad immaginare come poter impiegare al meglio queste splendide strutture, da sempre presenti nell’immaginario collettivo come luoghi ricchi di fascino e foriere di grandi suggestioni emozionali.
15 luglio 2017 – Riproduzione riservata