Versatile, riciclabile ed ecosostenibile: scopriamo usi e vantaggi di questa fibra naturale
Tessuti, carta, prodotti alimentari, cosmetici, antibatterici naturali. Ma anche pannelli isolanti, vernici, smalti, biocombustibili e bioplastiche. Grazie alle recenti tecnologie, i possibili utilizzi della canapa sono ormai innumerevoli. Ma facciamo un piccolo passo indietro.
Un po’ di storia
Già in antichità era utilizzata in molteplici campi: non solo per produrre tessuti e carta, ma anche a scopi alimentari e medicinali.
Con l’avvento della rivoluzione industriale, questo prezioso materiale ha conosciuto un periodo di declino, in favore di fibre più facili da coltivare come la lana o il cotone.
Altra causa del temporaneo abbandono di questa fibra naturale è da ricercarsi nell’essere stata associata per lungo tempo alla cannabis, da cui si distingue per l’assenza del suo principio attivo, il tetraidrocannabinolo (THC).
Tuttavia, negli ultimi anni la canapa ha guadagnato nuova fama: ad esempio, con essa è possibile produrre un tipo di carta molto più resistente agli strappi, e tessuti di nuova generazione leggeri ma resistenti agli attacchi di muffa e insetti, al calore e alla luce.
Le sue qualità l’hanno eletta di diritto a materiale protagonista non solo nel perimetro dell’industria alimentare e tessile, ma anche in altri insospettabili ambiti.
Dal tessile all’edilizia
È nel campo della bioedilizia che troviamo alcune delle innovazioni tecnologiche più brillanti.
Tra le prime caratteristiche della canapa c’è quella di essere un ottimo isolante, sia termico che acustico. Viene usata infatti per la costruzione di pannelli isolanti, che possono essere inseriti nelle pavimentazioni, nei muri, nei sottotetti e nei controsoffitti, e che garantiscono non solo il comfort abitativo ma anche un importante risparmio economico.
Le parti della pianta utilizzate a questo scopo sono il canapulo e le fibre corte, legate con fibre di poliestere oppure con altre sostanze naturali.
I vantaggi non finiscono qui: il canapulo possiede anche proprietà igroscopiche, cioè è in grado di assorbire le molecole d’acqua dall’ambiente circostante. Questa caratteristica lo rende adatto anche ad altri usi, ad esempio miscelandolo con la calce, e ottenendo così un biocomposito utilizzabile sia come intonaco che riempitivo isolante per muri.
Questa miscela dà vita a un materiale leggero ma resistente in grado di assorbire l’umidità circostante e rilasciarla quando l’aria è troppo secca, dando “respiro” all’ambiente e migliorando sensibilmente la qualità dell’aria.
Le nuove frontiere della bioedilizia
Dopo essere stata declinata in resine, mattoni, vernici, colle e smalti, recentemente si è testato l’utilizzo della fibra di canapa come tessuto per il rinforzo strutturale. Accanto alle più utilizzate fibre di carbonio, fanno la loro comparsa non solo quelle in canapa, ma anche in lino e basalto. I vantaggi delle biofibre stanno per prima cosa nel bassissimo impatto ambientale, ma garantiscono anche risultati e prestazioni spesso superiori rispetto ai materiali tradizionali: resistono meglio a sforzi e tensioni, qualità che li rende adatti per il rinforzo di edifici in zone sismiche.
La regina dei materiali green
Fortunatamente di recente siamo diventati più consapevoli dell’importanza di salvaguardare la natura e il mondo in cui viviamo. Il nostro operato ha ripercussioni su persone, natura ed economia: per questo in edilizia si ricercano sempre di più materie prime rispettose dell’ambiente, ma c’è ancora molta strada da fare. I valori di anidride carbonica e altri gas hanno raggiunto livelli preoccupanti ormai da lungo tempo, e diventa sempre più urgente la necessità di adottare strategie ecosostenibili.
A questo scopo, la canapa è candidata ad essere uno dei materiali del futuro: non necessita di pesticidi né irrigazione, depura il suolo dalle sostanze inquinanti e svolge una funzione fertilizzante. Inoltre cresce a un ritmo superiore rispetto alle altre piante, qualità che la porterebbe a contenere persino il problema della deforestazione.
Le materie prime ricavate dalla canapa sono riciclabili e rinnovabili, e la cellulosa in essa contenuta può essere usata per produrre bioplastiche, sostitutive dei derivati del petrolio. L’olio di canapa ha utilizzi cosmetici e alimentari, ma si può trovare anche in vernici e detergenti biologici.
Insomma, le possibilità sono infinite: ripensare l’industria in chiave eco-friendly è possibile, ed è importante ora più che mai impostare le basi per un futuro più sostenibile per le nuove generazioni, incentivando politiche green, che giovano all’ambiente e all’economia.