Potsdamer Platz è indubbiamente una delle piazze più significative della Berlino ante-guerra.
Fu distrutta, quasi completamente, durante la seconda guerra mondiale per poi essere “separata” dalla vita berlinese a causa della costruzione del “famoso” muro in cemento armato.
Lo stesso muro che, sotto potenti martellate, fu demolito restituendo la soluzione di continuità tra la piazza e la capitale tedesca.
Da qui la rinascita ed il nuovo assetto urbanistico ed architettonico.
Tra tutti spicca il Sony Center, grattacielo alto 108 metri, ideato e progettato dall’Archi-star Helmut Jahn, realizzato in vetro e acciaio.
La struttura architettonica si sviluppa intorno ad un fulcro centrale, il Forum, dalla forma ovale.
Qui trovano spazio numerosi servizi e locali di intrattenimento che si susseguono coperti da una “cupola” di vetro e acciaio, divenuta ormai emblema nel mondo della Berlino contemporanea.
L’architettura progettuale ha prediletto una struttura sinergica, in cui il famoso architetto ha posto in contrapposizione la durezza materica dell’acciaio alla trasparenza del vetro.
Un notevole intervento di lighting design ne ha permesso la lettura, conferendo l’esaltazione delle forme che, sotto i riflettori, offrono incredibili suggestioni.
Grazie a speciali giochi di luci, infatti, le componenti strutturali riescono ad emergere, mostrando la vera essenza dell’edificio.
Di notte il grattacielo offre il meglio di sè, illuminandosi, alternativamente, con luci dai colori differenti, riesce a catalizzare Berlino, come fosse un grande faro.
Dal 2000, anno del completamento del progetto, ad oggi, le architetture di Jahn del Sony Center suscitano ancora grande fascino e, tanta la risonanza a livello mondiale, da essere ormai divenuto simbolo della Nuova Berlino.
Copertina: national geografic traveler- Berlino- Damien Simonis- Pierre Adenis