Leggero, riciclabile all’infinito, resistente a fiamme e ad usura e dotato di un elevato potere isolante.
Sughero
Sono soltanto alcune delle caratteristiche del sughero, materiale ricavato dalla corteccia della relativa quercia Quercus suber, pianta secolare tipica dell’area Mediterranea.
È proprio la sua particolare struttura cellulare, oltrechè importanti proprietà fisiche, ad averne introdotto un utilizzo così ampio, aprendo un enorme varco nel settore dell’edilizia, soprattutto ora che il livello di attenzione nei confronti dell’ambiente è aumentato.
Altamente elastico, assolutamente comprimibile, impermeabile ai liquidi e ai gas, correttore acustico, in grado di assorbire le vibrazioni, è uno dei pochi materiali naturali a poter vantare un elevato coefficiente di attrito e, di conseguenza, un alto potere di adesione.
Insieme di caratteristiche queste che, se da una parte lo fanno comparire sempre più prepotentemente tra i materiali annoverati e scelti nell’edilizia sostenibile, gli riconoscono sempre e comunque, un ruolo d’onore nel tradizionale settore dell’enologia.
Infatti, utilizzato in particolar modo per la produzione di tappi, il sughero trova ormai larga applicazione nei settori più disparati, e la maggiore diffusione si ha proprio nel settore edile, grazie alla bio-edilizia e bio-architettura.
Impasti termoisolanti, Pannelli per isolamento termico, Pannelli fonoassorbenti, sono solo alcuni dei prodotti derivati dalla lavorazione.
Diffusione e caratteristiche del Sughero
La Quercia da sughero (Quercus suber) cresce spontaneamente nell’area occidentale del bacino del Mediterraneo.
Affonda le radici in grandi profondità e dalla sua corteccia, spessa diversi centimetri, viene ricavato il sughero.
La pianta, che costituisce il rifugio di molte specie di flora e fauna, è caratterizzata da una chioma folta e sempreverde, da un fusto imponente ed un ciclo di vita sorprendentemente lungo: compreso tra i 100 ed i 150 anni.La superficie mondiale ‘popolata’ dalla Quercia da sughero è di ben 2,2 milioni di ettari. Questo immenso ‘territorio’ è così diviso:
• Il 56% in Spagna e Portogallo
• Il 33% in Maghreb
• Il 10% in Italia (Sardegna, Sicilia e Toscana)
• L’1%in Francia (Corsica)
Un materiale altamente ecologico
Grazie alla sua elevata biodegradabilità, unita ad un’ottima resistenza, il valore ecologico del sughero è notevole.
La quercia da cui viene ricavato inoltre assorbe anidride carbonica in quantità elevate, soprattutto se decorticata, riducendo così l’inquinamento ambientale.
Ogni 10-12 anni, assistiamo alla decortica, prassi fondamentale per l’ottenimento del sughero.
Si pratica quando la circonferenza del tronco abbia raggiunto i 30 o 40 cm, il che solitamente coincide tra il ventesimo o venticinquesimo anno di età della pianta.
Molte associazioni stanno sostenendo l’utilizzo del sughero, nell’edilizia e nella produzione di oggetti in genere, ma in particolar modo è per i tappi di bottiglia che si stanno battendo; la sostituzione con tappi in silicone, infatti, non fa che aumentare il disastro ambientale.
E’ In questo contesto che è partita in Italia e in altri 12 paesi, la campagna “Io sto col sughero”, che vede il WWF Italia a fianco di APCOR (Associazione Portoghese dei produttori di sughero) e di Assoimballaggi/Federlegnoarredo per la promozione e un maggiore utilizzo del sughero.
Il Sughero nella storia
La Quercia da sughero, dal latino suber e dal greco syphar, ‘pelle rugosa’, risale all’era terziaria dell’Oligocene, quindi ad oltre 60 milioni di anni fa.
Sviluppatasi probabilmente nell’attuale zona del Mar Tirreno, sarebbe poi ‘migrata’attraverso la Cordigliera.
Il sughero ricavato dalla corteccia della pianta era già conosciuto ed utilizzato nell’antichità, così come le sue proprietà isolanti e la sua impermeabilità.
Presso i Fenici ed i Romani veniva usato per sigillare e produrre recipienti contenenti vino, profumi ed unguenti.
Allo stesso modo veniva impiegato in Egitto dove, all’interno delle tombe, sono state rinvenute anfore ancora perfettamente chiuse.
Il sughero veniva inoltre utilizzato per isolare i tetti e le pareti delle domus romane.
E a quanto pare, anche lo scrittore Marcel Proust nutriva una grande passione per questo materiale.
Ne fece infatti rivestire interamente il proprio studio, così da isolarsi dai rumori esterni.
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