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Iginio Balderi.Geometrie della forma. Così Pietrasanta celebra lo scultore

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Iginio Balderi. La materia della poesia. Pietrasanta riscopre un grande scultore.

Dal 1 giugno in tre sedi espositive si possono ammirare i lavori di questo artista che ha offerto un contributo personale alla scultura contemporanea.

Pietrasanta rende omaggio ad uno dei suoi figli, grande nome della scultura italiana contemporanea, Iginio Balderi, con una mostra diffusa dal titolo: “Iginio Balderi.“Geometrie della forma” curata da Andrea del Guercio, con l’organizzazione del circuito espositivo a cura di Fiammetta Galleni in collaborazione con Paola Raffo Arte Contemporanea e il Patrocinio del Comune di Pietrasanta (Lu).

L’esposizione dedicata a Iginio Balderi

La mostra si sviluppa in tre diverse sedi per documentare tre fasi diverse della ricerca di questo artista, di dimensione internazionale, capace più di altri di offrire un contributo personale alla scultura contemporanea.

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Sculture di Iginio Balderi nel Museo dei Bozzetti a Pietrasanta – nella foto una serie di gessi figurativi 1958-59 – una colonna in gesso con sfera e taglio intitolata “Omaggio a Fontana” 1960

Dal 1 giugno al 1 luglio nel Palazzo Panichi, nell’ambito delle mostre “Bozzetti in vetrina” saranno esposti una serie di gessi figurativi e non, realizzati dall’artista tra la fine degli anni Cinquanta e inizio anni Sessanta.

Dal 1 giugno al 22 luglio alla Galleria Paola Raffo Arte Contemporanea, si potranno vedere circa 20 sculture in bronzo alcune di grandi dimensioni realizzate da Balderi in quasi tutto il suo ciclo artistico.

I lavori in marmo (in particolare la serie delle “spirali) invece saranno esposti sempre dal 1 giugno al 22 luglio alla Galleria Open One.

Iginio Balderi, nato nel 1934 a Pietrasanta e scomparso a Milano nel 2005, è stato un
artista che merita una riscoperta e una rilettura attenta.

Le sue sculture sono di una grande modernità, in un primo momento semplici per il loro puro estetismo, per la loro immagine stilizzata. Ma più si osservano più diventano inafferrabili ed affascinanti.
Diplomato nel 1959 all’Accademia di Brera con il grande maestro Marino Marini, nel corso
degli anni Sessanta percorre la ricerca formale relativa all’archetipo della colonna, che
culmina, nel 1969,con l’opera “Eos”.

Nel 1970 inizia una nuova opera inerente alla forma ovoidale che prosegue per tutta la prima metà dello stesso decennio.

Nel 1974 verifica questa ricerca con la mostra “Sette variazioni sul tema” allo Stedelijk Museum di
Amsterdam, poi trasferita in varie gallerie pubbliche, tra cui il Museo d’Ixelles a Bruxelles e
il Museo Lehmbruck di Duisburg.

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